Prada chiude l'anno con cali di ricavi, margini e utile, a causa della diminuzione delle vendite in Italia ed Europa e nell'Asia-Pacifico. Tengono le Americhe e il Giappone. Il risultato netto cala del 28% a 451 mln di euro, mentre il dividendo è di 0,11 euro per azione. L'utile per azione flette a 0,176 euro, da 0,245 euro.
Prada chiude l'anno con ricavi, margini e utile in calo. L'azienda ha registrato nell'anno concluso il 31 gennaio 2015, riporta un comunicato pubblicato sul sito della Borsa di Hong Kong, dove Prada è quotata, ricavi per 3,55 mld di euro, in calo dell'1% rispetto all'esercizio precedente, margine operativo lordo di 954 mln (-16,5%), utile operativo di 701,5 mln (-25,3%) e un utile netto di 450,7 mln (-28,2%). L'utile per azione flette a 0,176 euro, da 0,245 euro.
Salgono i dipendenti, da 10.816 a 11.962. Al 31 gennaio 2015, la posizione finanziaria netta del gruppo a fine esercizio era positiva per 188,8 mln. Le vendite nel canale retail, spiega Prada, sono state largamente in linea con l'esercizio precedente, mentre quelle del canale all'ingrosso sono calate del 3,4%, risentendo del programma di razionalizzazione e di trasformazione in corso. La società propone un dividendo di 11 centesimi di euro per azione, in pagamento dal 15 giugno.
Il contesto economico internazionale in cui il gruppo ha operato è stato "particolarmente impegnativo", spiega Prada, a causa della "persistente incertezza economica e delle tensioni sociali e politiche che hanno colpito diversi importanti mercati. In linea generale, si è registrata una minore contribuzione dai flussi di turisti, mentre la domanda locale ha seguito tendenze differenti sui diversi mercati: si è registrata crescita in Giappone e nelle Americhe e cali in Europa, Italia e Asia-Pacifico. La diminuzione del tasso di crescita e il concomitante aumento dei costi legati all'espansione della rete al dettaglio hanno pesato negativamente sui margini operativi". Prada chiude l'anno con investimenti che sono ammontati a 449,7 mln.
