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Boffi: Gavazzi, Borsa migliore opzione per crescere ma non adesso

01 aprile 2015 | 17.24
LETTURA: 3 minuti

Per assicurare una crescita dimensionale o per finanziare operazioni particolari, Roberto Gavazzi, ad di Boffi, marchio made in Italy per eccellenza nella produzione di cucine e bagni, sceglie la Borsa. Non oggi. Ma quando se ne presenterà l'occasione.

Roberto Gavazzi, ad Boffi
Roberto Gavazzi, ad Boffi

Per assicurare una crescita dimensionale o per finanziare operazioni particolari, Roberto Gavazzi, ad di Boffi, marchio made in Italy per eccellenza nella produzione di cucine e bagni, sceglie la Borsa. Non oggi. Ma quando se ne presenterà l'occasione. Gavazzi chiarisce all'Adnkronos che "se dovessero rendersi necessarie risorse particolari per fare operazioni particolari valuteremo sicuramente opzioni di terzi soci, purché siano perfettamente in linea con la missione dell'azienda e siano dunque capaci di accompagnarla. Se sono individuali, aziende o private equity su cui ho qualche dubbio. Preferisco la Borsa perché è uno strumento interessante anche in chiave di stimolo manageriale, al di là della logica di breva termine che la Borsa si porta appresso. Quindi, "la Borsa potrebbe essere uno scenario. lo vedo un po' più in la francamente oggi no. Ma comunque una interessante possibilità".

D'altro canto "la dimensione nel nostro settore - sottolinea Gavazzi - è veramente importante, perché se uno vuole espandersi deve essere in grado di aprire negozi diretti in giro per il mondo. Questo richiede dimensione e anche molta esperienza per poterlo fare perché i negozi diretti possono essere una attività molto rischiosa e molto costosa". E Boffi si trova oggi ad essere "a una dimensione adeguata per proseguire con questa politica che facciamo da tanti anni. Ormai abbiamo 22 negozi diretti in giro per il mondo e più del 40% del nostro fatturato è generato dalla vendita diretta e il prossimo anno arriveremo a oltre il 50%" assicura l'ad. "E' importante essere ancora più grandi per poterlo fare. Non grandissimi, perché una azienda che punta all'alto di gamma non deve essere eccessivamente grande e deve mantenere una qualche unicità per non essere ovunque e disponibile per chiunque. Dunque - chiosa - abbastanza selettiva".

"Le dimensioni ideali per potersi muovere oggi nella scacchiera internazionale sono oggi un minimo di 50 mln di euro, meglio sopra i 100 ma non oltre i 200 che forse irrigidisce un po' la struttura legandola ad aspetti dimensionali che possono forse giocare un ruolo negativo". Per ora dunque l'azienda andrà avanti stand alone? "Mai dire mai a nulla" risponde Gavazzi.

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