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Grecia: Confuorti, è problema geopolitico, serve taglio del debito

26 giugno 2015 | 15.49
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Protesta anti austerity ad Atene, Grecia (Infophoto).
Protesta anti austerity ad Atene, Grecia (Infophoto).

La Grecia "è un Paese fallito", grazie "alla mancanza di visione che l'Europa e le istituzioni internazionali hanno avuto" nei suoi confronti. E, visto che il Paese ha un elevato valore in termini geopolitici, ben compreso sia dai cinesi che dai russi, "l'Europa dovrebbe smetterla" con la retorica e consentire alla Grecia "un bell'haircut del debito", allungando le scadenze e consentendo ai pensionati ellenici un po' di respiro. Lo afferma Francesco Confuorti, presidente di Advantage Financial, mentre a Bruxelles proseguono le trattative per arrivare ad un'intesa che consenta alla Grecia di evitare un default nei confronti del Fondo Monetario Internazionale.

Negoziazioni che, dice Confuorti all'Adnkronos, "sono morte", perché "partono dalla base di un Paese che è fallito". Per il banchiere, "il problema sociale" in Europa è "serio" e "non si può gestire solo con l'austerità". Per il banchiere è "un problema di cupidigia politica dei tedeschi". Per i greci, sottolinea, "non c'è alcun incentivo a cercare un accordo", eppure "ci stanno provando", perché "sono parte del mondo occidentale". Oggettivamente, non è possibile "tagliare le pensioni a chi già è sotto la soglia della povertà".

"Io non sono un socialista", continua il banchiere, ma un'Europa senza una base sociale "non può avere spazio". La Grecia "deve pagare solo una parte del suo debito", non "tutto il debito", così gli rimarrebbe "parte del capitale per fare investimenti. Hanno una base turistica importante e servirebbero meglio i loro interessi a farsi usare dai russi e dai cinesi. Il prezzo è geopolitico".

Per il banchiere "non succederebbe nulla a nessuno" se "dal 170%" del Pil il debito venisse tagliato "all'80%, ai livelli della Germania, con le scadenze allungate di 50 anni". Così "la gente che vive sotto la soglia della povertà riuscirebbe a vivere. Invece qui è un problema di standing, di chi è più forte di chi". Tutto questo, secondo Confuorti, "non è positivo per l'euro, che sarà visto come una moneta debole". Inoltre, continua, "si trascura un dettaglio: il rientro dell'oro nei Paesi di origine da molte delle grandi economie". Un fenomeno che denota una "frammentazione del sistema economico" e che è "un campanello di allarme da non sottovalutare".

Per il banchiere, "la Borsa italiana farà bene come le altre Borse europee". Finora "il mercato europeo non ha scontato la crescita, ma la svalutazione dell'euro. La crescita ancora non si vede e dovrebbe venire da una crescita interna, anche se tutti vogliono esportare". La Germania "avrà grossi problemi per il rallentamento della Cina: loro sono molto esposti, più degli Usa". Questo "potrebbe essere un problema" per i tedeschi, che "hanno bisogno di fare il loro surplus da qualche altra parte" e quindi "dovranno fare un po' di speculazione contro il resto dell'Europa per pagarsi i problemi che avranno dalla Cina".

L'Italia, dal canto suo, "farà benino: ci sarà qualcuno che farà il raider, i soliti francesi che vengono a fare un po' di basso shopping, per tenere su delle posizioni di qualche tipo". Il sistema bancario, "con i benefici sul fronte degli Npl, farà bene". Ma l'Italia, "dopo aver perso un quinto del Pil, non risolve i suoi problemi se cresce dell'1%". La Grecia "è un problema politico che porta l'attenzione alla frammentazione dell'euro, che nessuno vuole". Il problema è che "nessuno vuole pagare. Qualsiasi cosa succederà - conclude - non sarà positiva per l'euro, ma per il dollaro".

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