La Borsa indiana accusa il colpo. Il Bombay Stock Exchange di Mumbai, in India, ha chiuso in calo di quasi il 6% sulla scia delle perdite diffuse sugli altri mercati sull'onda della paura per lo stato di salute dell'economia cinese. L'indice principale Sensex ha ceduto 1.624,51 punti o il 5,94%, chiudendo a 25.741 punti. La perdita di oggi è la più elevata dal 21 gennaio 2008, quando il Sensex ha perso più di 2mila punti.
L'indice Nifty del National Stock Exchange ha chiuso a 7.809 punti (-5,92%). La rupia ha toccato un nuovo minimo di 66,72 per dollaro. Il governatore della banca centrale Raghuram Rajan ha assicurato che la Rbi non esiterà a utilizzare le proprie riserve per ridurre la volatilità della rupia. Il ministro delle Finanze Arun Jaitley ha affermato che l'India deve affrontare sfide che derivano da sviluppi dell'economia a livello globale e ha confermato le stime di crescita del Paese per l'anno finanziario.
"La svalutazione della divisa cinese sta creando delle onde d'urto nei mercati globali e ovviamente, facendo parte di un'economia integrata a livello globale, questo avrà un qualche impatto transitorio - ha detto Jaitley a New Delhi - i fattori sono interamente esterni; non c'è un solo fattore domestico in India che si sia aggiunto a quelli esogeni. Non ho il minimo dubbio che questa turbolenza sia di natura transitoria e temporanea. I mercati si sistemeranno".