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Borsa: Bce spinge mercati, Milano vola a +2,62%

03 settembre 2015 | 20.10
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Mario Draghi - (Infophoto)
Mario Draghi - (Infophoto)

I mercati accolgono con favore le dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi, in particolare in relazione alla possibilità che il Quantitative easing possa essere prolungato oltre il 2016 se si dovesse rendere necessario. La Banca centrale europea ha intanto lasciato invariati i tassi di interesse allo 0,05%. Draghi ha anche evidenziato che i “rischi per le prospettive di crescita dell'area dell'euro rimangono orientati verso il basso, riflettendo in particolare le incertezze legate a fattori esterni. In particolare i recenti sviluppi nelle economie emergenti possono potenzialmente influenzare ulteriormente la crescita globale in modo negativo".

In questo scenario, mentre Wall Street viaggia in territorio positivo, con Nasdaq e Dow Jones viocino al punto percentuale, le piazze europee chiudono su buoni rialzi con Francoforte che segna +2,68%, Parigi +2,17%, Londra +1,82%. A Milano il Ftse Mib termina le contrattazioni a 22.177 punti (+2,62%), mentre l'All Share segna +2,48%.

Tra le blue chips in rosso soltanto Salvatore Ferragamo che termina la seduta con un ribasso dello 0,26& e Tod's sotto la parità. In verde il resto del listino. In particolare è Autogrill a segnare la migliore performance guadagnando il 7,06%. Forti acquisti su Tenaris +5,64%, Yoox +4,98%, Mps +4,76%, Azimut +5,52%.

Sebbene un discorso simile da parte di Draghi "era atteso dal mercato, il mood degli operatori sembra aver risentito dalla particolare incisività e determinazione trapelata delle parole di Draghi. Il presidente della Bce non ha mancato di sottolineare che, al momento, nessuna decisione è stata presa in considerazione e sarà necessario un deterioramento delle condizioni di mercato prima di agire". Così Vincenzo Longo, market strategist di Ig, che giudica "importantissimo" il passaggio in cui Draghi ha precisato che "la prima fonte di informazione per Francoforte è il prezzo del petrolio, la cui volatilità degli ultimi giorni di sicuro non facilita il compito delle Banche centrali".

Secondo l'esperto i mercato hanno anche ben accolto "il forte deprezzamento della moneta unica verso le principali valute mondiali, che favorisce l’export". Il cambio euro - dollaro è passato da 1,1230 prima della conferenza a 1,1090.

"Ora l’attenzione - conclude- si sposta al report sui 'non farm payrolls' americani, in agenda domani pomeriggio. Il risultato potrebbe essere decisivo ai fini di un rialzo dei tassi della Fed già a settembre, stando a quanto è emerso nel Beige Book di ieri sera. Crediamo che i mercati possano rimanere sostenuti sino al report di domani, ma nel pomeriggio le vendite potrebbero riaffiorare in vista del lungo ponte di Wall Street (lunedì chiusa per il Labor Day) e per la riapertura delle borse cinesi".

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