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Rcs, verso dimissioni Jovane: 'decisione consensuale'

07 ottobre 2015 | 21.19
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Pietro Scott Jovane (foto Infophoto) - INFOPHOTO
Pietro Scott Jovane (foto Infophoto) - INFOPHOTO

E' probabile che domani l'amministratore delegato di Rcs Mediagroup Pietro Scott Jovane rassegni le dimissioni. Lo si apprende da fonti vicine ai soci. Si tratterebbe di una "decisione consensuale", presa dopo mesi di dialettica nel nuovo consiglio di amministrazione.

In sostanza, con la cessione della Rcs Libri sarebbe arrivato al termine un percorso, in cui i consiglieri di amministrazione, alcuni dei quali, il presidente Maurizio Costa in primis ma anche altri, hanno una lunga esperienza nel mondo dell'editoria, avrebbero criticato più volte la gestione dell'amministratore delegato, specie in riferimento al piano industriale.

Il futuro sarà un tema di competenza del board, che avrebbe avuto un ruolo centrale nella decisione di cambiare amministratore delegato. E' probabile che venga cooptato un nuovo ad in tempi ragionevoli, ma verosimilmente non domani, quando si riunirà il consiglio di amministrazione per esaminare il tema della rinegoziazione dei termini del contratto di finanziamento con le banche.

Che le cose si sarebbero fatte più complicate per l'ad di Rcs lo si era intuito già quando era stato nominato presidente un uomo dell'esperienza di Maurizio Costa. Entrato in Mondadori nel 1992 come direttore delle partecipate e dello sviluppo del business, ne è diventato amministratore delegato nel 1997. Costa ha lasciato la società di Segrate nel 2013, dopo ben 21 anni di esperienza direzionale ai massimi livelli dell'editoria italiana.

Il presidente di Rcs, che presiede anche la Fieg, la Confindustria degli editori e che è stato vicepresidente di Fininvest, ha ricevuto inoltre l'endorsement di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, secondo azionista del gruppo editoriale e 'regista' della lista di maggioranza per l'elezione del nuovo cda: "Sono molto contento del lavoro fatto da Maurizio Costa come presidente di Rcs Mediagroup", ha sottolineato nel maggio scorso il banchiere in una rara dichiarazione a margine.

Jovane è diventato amministratore delegato di Rcs nel maggio del 2012, quando c'era ancora il patto di sindacato (è stato sciolto nell'ottobre del 2013), vicepresidente era Giuseppe Rotelli e il Group Ceo delle Generali, allora azioniste e pattiste Rcs, era Giovanni Perissinotto.

Arrivato da Microsoft, il manager che ha ricoperto ruoli dirigenziali anche in Seat, Gianni Versace e Pilkington, ha avuto un compito tutt'altro che facile. Ha gestito la società in una fase complicata, in cui l'intero settore è in contrazione, da anni, trovandosi oltretutto alle prese con un'eredità complicata, quella del pesante indebitamento dovuto alle acquisizioni in Spagna.

Jovane, oltre a cedere asset per ridurre il debito e ricapitalizzare la società, l'ha anche modernizzata, almeno nei rapporti con il mercato, tenendo regolari conference call con gli analisti finanziari e attirando fondi esteri nel capitale (Invesco è uno dei soci principali, sopra la soglia del 2% dal 2013). Nel cambio che si profila in Rcs ha tuttavia probabilmente pesato anche il fatto che il titolo sottoperforma il Ftse Mib e il settore dalla metà del 2013.

Sul successore di Jovane, altre fonti vicine ai soci ostentano tranquillità e fanno notare che il consiglio di amministrazione è composto da persone esperte, con un notevole background nell'editoria, come Teresa Cremisi, Laura Cioli e Tom Mockridge. La scelta del successore di Jovane, secondo le fonti, potrebbe essere la prima vera sfida per un board che dagli azionisti ha ricevuto un mandato chiaro, dopo che il patto di sindacato si è sciolto, quello di gestire la Rcs Mediagroup.

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