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Banche: Panetta, sistema finanziario stenta a tenere il passo

27 gennaio 2016 | 17.47
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Palazzo Koch
Palazzo Koch

"Il sistema finanziario stenta a tenere il passo con i cambiamenti dell'economia reale, del quadro normativo, della stessa società e ne possono scaturire inefficienze, vincoli alla crescita, tensioni sociali". È quanto ha sottolineato il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, intervenuto oggi al convegno 'Finanza, rischi e crescita economica', promosso da Equita Sim all'Università Bocconi di Milano.

Dopo aver ripercorso le tappe fondamentali dello sviluppo del sistema economico incentrato sulle banche, Panetta ha ricordato le crisi bancarie dagli anni Trenta agli anni Novanta quando "la proprietà pubblica delle banche ha contribuito alla stabilità, in una fase di crescita economica. Il ricorso di ultima istanza a risorse pubbliche -ha sottolineato- ha tutelato i risparmiatori, riparando l'economia reale dalle conseguenze delle crisi finanziarie. Il costo in termini di efficienza -ha osservato- è stato tuttavia rilevante".

"Il modello basato sull'intervento pubblico -ha proseguito- è stato contenuto dapprima con la privatizzazione delle banche negli anni Novanta e i casi di dissesti bancari nel decennio successivo sono stati per lo più risolti con l'acquisizione dell'intermediario in crisi da parte di altre banche".

Quel modello è stato superato, secondo Panetta "con le leggi attuali europee approvate di recente, nell'ambito dell'Unione bancaria che pongono in prima linea i risparmiatori e richiedono, in caso di crisi di una banca, che le autorità riducano il valore delle azioni e di alcuni tipologie di debiti dell'intermediario".

"La nuova normativa -ha proseguito- ha trovato attuazione in più paesi e in Italia nella recente risoluzione di quattro banche. Dalla tutela dei risparmiatori si è passati alla tutela dei depositanti e dei contribuenti. Dopo l'impatto potenzialmente dirompente del bail-in, l'applicazione di tali norme rappresenta una extrema ratio, una ipotesi possibile ma auspicabilmente remota".

Il giudizio sulle nuove norme, ha osservato ancora Panetta "è aperto. alla luce degli effetti degli interventi sin qui effettuati, è auspicabile da parte del legislatore sia italiano sia europeo una attenta rivisitazione delle modalità e dei tempi della loro attuazione, soprattutto quando le debolezze del sistema creditizio hanno natura sistematica e derivano da eventi di natura eccezionale".

Più in generale, ha osservato Panetta"le norme introdotte a livello europeo in risposta alla crisi finanziaria spingono verso un ridimensionamento del sistema bancario nel suo complesso. Le regole di Basilea 3 hanno innalzato i requisiti patrimoniali per le banche, limitato il grado d leva finanziaria, stabilito stringenti requisiti di liquidità". In prospettiva "queste modifiche normative -secondo Panetta- renderanno le banche meno rischiose, dotandole di più capitale, di maggiori liquidità, di un grado di leva più basso che in passato".

Allo stesso tempo"le nuove regole -secondo Panetta- comprimono la redditività bancaria e lo sviluppo del sistema creditizio. Ne deriveranno riflessi negativi sulla disponibilità di prestiti all'economia reale. I cambiamenti -ha aggiunto- avvengono peraltro in un contesto euripeo di persistente debolezza economica e di basso autofinanziamento delle imprese, in presenza di un ruolo limitato dei mercati".

In pratica, ha aggiunto "vi sono motivi pressanti affinchè il nostro sistema evolva verso una configurazione in cui i mercati svolgono un ruolo più ampio. La transazione è resa urgente dall'esigenza di finanziare la ripresa in atto, minacciata dall'indebitamento della congiuntura mondiale e dall'instabilità dei mercati".

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