Niente "bail in" perché espressione "oscura", meglio "salvataggio interno". I linguisti dell'Accademia della Crusca, riuniti nel gruppo di lavoro denominato Incipit, "invitano gli operatori finanziari e i responsabili dell'informazione a evitare, nell'uso e nelle comunicazioni con il largo pubblico, l'espressione tecnica inglese (peraltro derivata dallo slang) 'bail in', che può essere sostituita con vantaggio dal più chiaro 'salvataggio interno'".
"Il salvataggio interno di una banca in difficoltà comporta l'uso forzoso di risorse dei clienti della stessa banca - si legge in una nota diffusa dall'Accademia della Crusca - diversamente dal 'salvataggio esterno', in inglese 'bail out', praticato in precedenza. Gli istituti bancari (come era loro obbligo) hanno inviato ai correntisti spiegazioni della novità, che riguarda direttamente chi ha investito o depositato il proprio denaro".
In molti casi però, "come abbiamo potuto verificare, le spiegazioni erano esageratamente lunghe, oscure e verbose - affermano i linguisti - Il termine inglese era in bell'evidenza in questi comunicati, mentre la traduzione italiana, se c'era, risultava difficile da individuare, benché sicuramente necessaria per comprendere davvero la sostanza dell’avviso".
Il gruppo Incipit è costituito dai linguisti docenti universitari e accademici Michele Cortelazzo, Paolo D’Achille, Valeria Della Valle, Jean Luc Egger, Claudio Giovanardi, Claudio Marazzini, Alessio Petralli, Luca Serianni e dalla pubblicitaria Annamaria Testa. Il gruppo Incipit si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi "incipienti", scelti tra quelli impiegati nel campo della vita civile e sociale, nella fase in cui si affacciano alla lingua italiana.