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Borsa, cresce attesa per Draghi. Banche ancora nel mirino della Bce

05 marzo 2016 | 18.15
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Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea
Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea

Archiviata la terza settimana di fila in rialzo per i mercati azionari europei, gli investitori tirano un sospiro di sollievo e guardano alle mosse di Francoforte. Se le prime sette settimane del 2016 sono state tra le peggiori di sempre con Piazza Affari che ha registrato una perdita di oltre il 25%, attualmente la Borsa di Milano ha ridimensionando il passivo a meno del 15% da inizio anno. Un avvio di rimbalzo - complice l'apprezzamento del petrolio - che potrebbe essere rafforzato la prossima settimana: giovedì 10 marzo la Banca centrale europea dovrà decidere se aumentare l’attuale pacchetto di stimoli monetari, il cosiddetto Quantitative easing.

Le aspettative sono alte: gli analisti si attendono un incremento dell’importo destinato all'acquisto mensili di titoli da 60 miliardi a 70-80 miliardi - eventualmente allargando le tipologie di titoli acquistabili direttamente dalla Bce sul mercato -; un ulteriore taglio del tasso sui depositi da -0,3% a -0,4%; un prolungamento della durata complessiva del programma di Qe da marzo 2017 a settembre dello stesso anno.

Il presidente Mario Draghi dovrà mantenere la promessa di nuovi impulsi a qualsiasi costo - "whatever it takes" -, mentre i dati mostrano che nell'Eurozona a febbraio è tornata la deflazione. Se il numero uno della Banca centrale dovesse deludere i mercati, i listini rischiano un nuovo tonfo e un ritorno alla volatilità che ha caratterizzato l'ultimo periodo quando i mercati finanziari hanno sovrastimato l'eventualità di una recessione. In uno scenario incerto, le politiche monetarie dovranno rimanere globalmente accomodanti.

Se si esclude la Fed - visti i dati contrastanti resta un'incognita la scelta di un nuovo rialzo dei tassi -, le altre banche centrali "saranno costrette a proporre altri aggiustamenti, per quanto la reale efficacia delle ultime misure adottate in Europa e in Giappone faccia sempre discutere - commenta Patrice Gautry, chief economist di Union Bancaire Privée -. Se non riescono a spingere la domanda verso livelli più elevati, nuove iniezioni di liquidità dovrebbero calmare i timori sui mercati finanziari e quelli che tornano a pesare sul settore bancario".

Per Stuart Canning, investment specialist del team Multi-Asset di M&G Investments, invece, "le banche centrali non hanno più frecce al loro arco per contrastare la nuova fase della crisi finanziaria". Nell'attesa delle mosse di Francoforte, Piazza Affari torna nuovamente a fare i conti con le incertezze del comparto bancario. La Bce ha comunicato a Banca Carige che dovrà preparare un nuovo piano industriale per rafforzare il patrimonio di vigilanza; mentre sul fronte delle popolari le difficoltà sulle ipotesi di fusione si fanno sempre più evidenti.

"Sembra ovvio supporre - spiega Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners sgr - che un eventuale calo dei depositi non riguardi solo Carige, ma in misura più o meno rilevante anche altri istituti recentemente in difficoltà". In generale, sottolinea "i rilievi della Banca centrale "riportano d'attualità la questione delle condizioni di una parte del settore bancario nazionale, con un particolare focus sul deterioramento occorso negli ultimi mesi, e sulla necessità di arrestarlo".

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