Borsa Italiana "non dispone l’inizio delle negoziazioni in Borsa" per Veneto Banca, dal momento che, come nel caso della Popolare di Vicenza, non si è raggiunto il flottante necessario. Lo rende noto Borsa italiana in una nota del 24 giugno, annunciando che "il Fondo Atlante sottoscriverà azioni per un controvalore massimo pari all’ammontare complessivo dell'offerta globale", cioè un miliardo di euro.
L'offerta istituzionale dell'aumento di capitale ha confermato il fallimento dell'operazione: l'offerta globale ha raccolto adesioni per circa 22,3 milioni (circa il 2,23%). I risultati, in caso di perfezionamento dell'offerta, vedrebbero "un unico soggetto, il Fondo Atlante, detentore del 96,56% del capitale sociale della società". Un investitore istituzionale "verrebbe a detenere lo 0,01% del capitale sociale" e gli azionisti preesistenti "verrebbero a detenere il 3,43% del capitale sociale post offerta": il 2,20% sarebbe riveniente dalla sottoscrizione dell’offerta in opzione e l’1,23% sarebbe riferito alle azioni già detenute.
Come da attese, non ci sono stati investitori interessati ad aderire alla ricapitalizzazione. L'intervento di Atlante "consentirà di riportare i coefficienti patrimoniali della banca al di sopra della soglia minima stabilita dalla Bce (10,25% a decorrere dal 30 giugno 2016): il Cet1 ratio del gruppo Veneto Banca pro forma per l’aumento di capitale si attesterà sopra l’11%".