Urbano Cairo non perde tempo ed è già a lavoro per attuare il suo piano di rilancio per Rcs. La vittoria dell'opas (concambio di 0,18 azioni più 25 centesimi cash) sulla cordata guidata da Andrea Bonomi e dai soci storici del gruppo editoriale (Diego Della Valle, Mediobanca, UnipolSai e Pirelli) è stata netta: il 48,8% delle adesioni da parte del mercato contro il 37,7% raggiunto dall'opa fissata a un euro. Una differenza lontana dai pronostici degli stessi azionisti del salotto buono che, in queste ore, fanno i conti con la scelta del mercato.
La partita che vede vincente l'imprenditore alessandrino è anche frutto del sostegno di Intesa Sanpaolo e segna la 'caduta' di Mediobanca. Ai soci forti è mancato il sostegno dei fondi internazionali, ma anche dei piccoli investitori: tolto il 4,7% nelle mani di Cairo e il 4,2% di Intesa Sanpaolo, l'opas ha raccolto quasi il 40% delle azioni. E' stato il 53% del capitale a schierarsi nella contesa e il patron della La7 ha incontrato il favore di tre investitori attivi su quattro. Il veicolo International Media Holding ha raccolto sul mercato il 13% del capitale, considerando che i soci forti erano già in possesso del 24,7%, di cui il 2,17% acquistato di recente.
Numeri su cui la cordata perdente è chiamata a riflettere per scegliere, già nelle prossime ore, la strategia da adottare rispetto alla propria partecipazione nel gruppo che edita il Corriere della Sera. I toni usati da Bonomi nel riconoscere la sconfitta sembrano far intendere che non ci saranno ricorsi e strascichi legali, ma nulla può essere dato per scontato. Attesa anche per la risposta della Borsa: il titolo Rcs ha chiuso la seduta di venerdì, quando i risultati non erano ancora noti, con una flessione dello 0,27% a 0,94 euro. Sempre lunedì 18 luglio, prima dell'apertura dei mercati, la cordata farà un comunicato e già in quel documento potrà essere chiarito il futuro di Rcs.
Il risultato più scontato è che i soci di Bonomi rimangano con la loro quota, mentre gli azionisti che hanno consegnato le azioni alla cordata Imh, circa il 13% del capitale, potranno decidere se consegnare le azioni a Cairo oppure riprendersele. Altra ipotesi meno probabile è che la cordata perdente, possa ingaggiare un braccio di ferro: secondo fonti legali Bonomi potrebbe tenere in Imh le azioni che non migreranno verso Cairo, ipotesi non condivisa dagli avvocati che assistono Cairo i quali sostengono che le azioni non migrate dovranno essere restituite. Un punto che solo la Consob potrebbe chiarire.
L'esito dell'offerta sarà comunicato ufficialmente giovedì 21 luglio dalla stessa commissione guidata da Giuseppe Vegas. Da allora e per cinque giorni (entro il 28 luglio) quel 13% di azioni andate a Bonomi potranno confluire su Cairo, il quale ha quindi la possibilità di sfiorare il 62% del capitale del gruppo editoriale. L'esborso di cassa per lui (25 centesimi per azione) potrà variare tra 63,7 milioni fino a un massimo di 80,5 milioni. Allo stesso modo (per la parte in titoli dell'offerta) la sua quota di controllo in Cairo Communication si diluirà, ma l'editore ha già assicurato che resterà sopra la maggioranza assoluta.
Al di là delle scelte dei soci storici, l'imprenditore piemontese è focalizzato a realizzare rapidamente il suo progetto per permettere al gruppo di recuperare competitività in una fase complicata per l'editoria. Di Rcs si occuperà personalmente, una volta ottenute le deleghe, e per prima cosa cambierà il consiglio di amministrazione. Sempre lunedì 18 luglio è convocata l'assemblea straordinaria di Cairo Communication per l'aumento di capitale da 70 milioni con l'esclusione del diritto d'opzione, e dunque aperto a eventuali nuovi azionisti, e per deliberare il voto maggiorato per i soci che abbiano conservato i titoli per almeno 24 mesi continuativi.
