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Dietrofront Vivendi su acquisto Premium: Mediaset valuta azione legale da oltre 1,5 mld

26 luglio 2016 | 09.23
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Un'azione legale di risarcimento nei confronti di Vivendi per il mancato rispetto del contratto che sarebbe superiore alla cifra di un miliardo e mezzo di euro. E' quanto sta valutando Mediaset, secondo quanto apprende l'Adnkronos, nel caso in cui il gruppo francese mantenesse inalterata la proposta alternativa su Premium che prevede l'acquisizione del solo 20% del capitale della pay tv di Cologno oltre all'ingresso in tre anni nel capitale di Mediaset con circa il 15%.

La proposta di Vivendi, che per Fininvest equivale a "non voler onorare un contratto valido e vincolante", sarà certamente portata all'attenzione del cda Mediaset già convocato per dopodomani, giovedì, per l'esame della semestrale e con tutta probabilità respinta dal board. Il previsto 'no' allo schema alternativo proposto dalla media company, azionista di maggioranza di Telecom Italia porterà quasi sicuramente, secondo fonti Mediaset, alla decisione di adire le vie legali. Una strada che appare praticamente scontata, sempre che di qui alla riunione del board non ci sia qualche novità o una rimodulazione della nuova proposta di Vivendi. Alla cifra ventilata di 1 miliardo e mezzo di risarcimento si arriverebbe dal valore dell'operazione di compravendita di Premium pari a complessivi 800 milioni più le spese sostenute da Mediaset su richiesta dell'acquirente (per il rinnovo di alcuni contratti e la gestione).

Di fatto Vivendi non intende più acquistare l'intera partecipazione nella pay tv Premium, ma solo il 20%. La nuova proposta, confermato lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi e del 3,5% del capitale di Mediaset come indica l'accordo dello scorso aprile, è quella di arrivare a detenere in tre anni circa il 15% del capitale di Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile. Con un aumento di capitale riservato a Vivendi, in pratica, i francesi in tre anni diventerebbero un azionista forte di Mediaset visto che la quota di Fininvest, oggi di poco inferiore al 35%, sarebbe diluita. Verte su questo il j'accuse di Fininvest: secondo la holding l'atteggiamento di Vivendi "lascia chiaramente intuire che il suo vero, non dichiarato obiettivo - al di là della indubbia valenza industriale dell'accordo stipulato - fosse in realtà quello di costituirsi in modo surrettizio e inaccettabile una posizione di estremo rilievo nell'azionariato di Mediaset".

Cosa ha condotto Vivendi a cambiare idea sull'asset di Mediaset? Secondo il ceo della società, che firma la comunicazione inviata ieri a Cologno, il tutto nasce "dalle significative differenze emerse durante le analisi effettuate sull'emittente a pagamento del gruppo, per la quale sono in corso le trattative". Il riferimento sembra al rosso dei conti di Premium, di 85 milioni di euro nel 2015 e di 63 milioni nel primo trimestre, tali da appesantire i conti di tutto il gruppo italiano che ha chiuso il primo trimestre 2016 con un rosso di 18 milioni a livello di risultato netto mentre un anno fa riportava un utile di 600mila euro. Senza Premium, il gruppo avrebbe riportato un utile netto di 38,6 milioni. Pronta la replica di Mediaset sull'analisi dei risultati di Premium: "è ovviamente avvenuta prima della firma, come accade prima di ogni assunzione di impegni". Quanto a lettere inviate da Vivendi a Mediaset, "confermiamo -sottolinea il gruppo- di non aver mai ricevuto alcuna contestazione formale sulla validità o i contenuti del contratto". La lettera di Vivendi arrivata ieri, rivela Cologno, "elude un riscontro puntuale ad un'intimazione rivoltale da Mediaset ad adempiere ai propri obblighi contrattuali - finora inadempiuti - in primo luogo quello di notificare tempestivamente l'acquisto del controllo di Mediaset Premium alla Commissione Antitrust della Ue".

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