Se dovesse vincere il no al referendum costituzionale di domenica, ci sarà un picco di volatilità sui mercati finanziari, ma "non ci sarà l'apocalisse". A soffrire di più saranno le banche italiane, che "necessitano di un bail-out di circa 20 miliardi di euro per poter restare a galla". E' quanto affermano in un report gli analisti di Swissquote, Peter Rosenstreich e Yann Quelenn. "Un ulteriore bail-out delle banche italiane è molto probabile -sostengono- e l’Europa dovrebbe agire in ogni caso a prescindere dall’esito del referendum in questa direzione".
In ogni caso nell'eventualità di una vittoria del no la Bce "è pronta ad intervenire negli acquisti di Btp qualora i rendimenti dovessero salire in maniera eccessiva, così come lo è la Banca Nazionale Svizzera a intervenire sul mercato dei cambi per tamponare un’ eventuale rapida discesa dell’euro contro il franco svizzero". Il sì, invece, "manterrebbe sulla carreggiata il piano benedetto dal governo per tenere in vita le banche zombie del Paese, ormai a corto di fondi e con un ammontare destabilizzante di crediti inesigibili. D’altra parte crediamo che anche nell’eventualità che i no vincano non ci sarà l’apocalisse.
Se la riforma dovesse essere respinta, "lunedì potremmo assistere a un picco di volatililtà sui titoli delle banche italiane che vedrebbero allontanarsi le possibilità di un bail-out. Le tensioni nell’Eurozona sono destinate ad aumentare e questo certamente porterà pressioni al ribasso sulla moneta unica. Eppure crediamo che la tempesta di mercato non durerà a lungo poiché l’Europa ha bisogno di coesione", concludono.