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Mps, cda decisivo: giovedì al via operazione di mercato o decreto

13 dicembre 2016 | 10.21
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Mps stringe i tempi: il board della banca -insieme ad advisor e legali- è a lavoro per mettere a punto la nuova offerta per la conversione dei bond subordinati in azioni e per fissare i passaggi del nuovo accordo con le banche del consorzio che hanno confermato la disponibilità a supportare l'operazione di salvataggio. I dialoghi informali con la Consob, già iniziati venerdì 9 dicembre, non si fermano: il vero nodo resta la formula per il nuovo prospetto che riguarderà i risparmiatori e stabilire quanti dei clienti retail saranno abilitati a convertire le obbligazioni, senza violare la direttiva Mifid.

La consegna del nuovo prospetto alla Consob - potrebbe trattarsi solo di un supplemento, di un aggiornamento rispetto all'offerta presentata di recente - potrebbe avvenire già nelle prossime ore. La Commissione di vigilanza potrebbe essere costretta a nuovi tempi record - in passato ha già impiegato pochi giorni per decidere - per dare il via a un'operazione di mercato che, visto il no della Bce alla proroga, deve concludersi necessariamente entro il 31 dicembre prossimo.

"La Consob ha ricevuto soltanto una informativa preliminare e sommaria sul cda" di domenica 11 dicembre, fanno sapere fonti vicine alla vigilanza, ma dietro le risposte formali continuano i dialoghi tra il board di Mps e i tecnici della Commissione. Il consiglio di amministrazione della banca tornerà a riunirsi mercoledì 14 dicembre e si tratterà di un incontro decisivo, fanno sapere alcune fonti: o si darà il là all'operazione di mercato da 5 miliardi di euro o bisognerà ricorrere all'aiuto di Stato.

"Mercoledì il board di Mps - spiega una fonte - deciderà cosa fare: se ci sono le condizioni già giovedì si darebbe il là all'operazione di mercato" per la ricapitalizzazione. Secondo i piani i 40.000 clienti potrebbero contribuire fino a 2 miliardi di euro circa, cifra che si andrebbe ad aggiungere al miliardo che ha aderito alla prima conversione. Un altro miliardo arriverebbe dal Qatar, attraverso il fondo sovrano Qia. Contemporaneamente le banche che supportano l'operazione farebbero partire un "collocamento privato" per arrivare ai 5 miliardi necessari per mettere in sicurezza Mps.

Un piano complesso e dai tempi stretti. "Se non si riuscisse a trovare un 'accordo' per la conversione dei subordinati in azione - aggiunge la fonte - il cda di Mps dovrà prendere atto che la strada intrapresa non è praticabile" per cui la soluzione sarebbe "il decreto per la ricapitalizzazione precauzionale", ossia l'intervento pubblico.

La direttiva europea sul sistema bancario consente allo Stato un intervento "cautelativo", "temporaneo" e "proporzionato" con un intervento diretto o l'"acquisto di strumenti di capitale". In caso di fallimento o di rinuncia alla ricapitalizzazione, le procedure previste dal 'burden sharing' comportano la conversione obbligatoria dei bond subordinati in azioni sia per gli investitori istituzionali che per i risparmiatori retail. E il Tesoro potrebbe intervenire successivamente per rimborsare la clientela retail.

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