I russi di Rosneft cedono la partecipazione del 12% detenuta in Saras ed escono completamente dal capitale del gruppo della raffinazione. Il gruppo russo, attraverso un accelerated bookbuilding, ha ceduto il proprio pacchetto a investitori istituzionali al prezzo di 1,53 euro per azione. Intanto a Piazza Affari il titolo del gruppo della famiglia Moratti soffre e cede il 5,33% a 1,56 euro.
La vendita, si spiega dal gruppo russo, "fa parte dell'ottimizzazione del portafoglio di Rosneft, legata, fra l'altro, all'impossibilità per Rosneft di attuare i precedenti accordi di aumentare la partecipazione fino alla quota di controllo a causa delle sanzioni", le misure economiche imposte dai Paesi europei alla Russia in risposta all'annessione della Crimea.
Rosneft era entrata nel capitale di Saras nel 2013, acquistando il 13,7% del capitale, e aveva poi lanciato un’Opa per acquisire un altro 7,3%. Nel board della società era entrato il presidente stesso del colosso russo, Igor Ivanovic Sechin. Nel 2015, però, dopo le sanzioni europee e statunitensi le due società avevano abbandonato il progetto di creare una joint venture nel trading e lo stesso anno i russi avevano ceduto l’8,9% di Saras.
Dal 2013 l'investimento in Saras, inclusi i dividendi, ha fruttato a Rosneft oltre 80 milioni di euro. I proventi derivanti dalla cessione, si sottolinea dal gruppo russo, "saranno impiegati per la realizzazione di progetti strategici con altri partner italiani di Rosneft".