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Bpvi-VB: Bruxelles 'ferma' su posizioni, domani vertice al Tesoro

24 maggio 2017 | 21.21
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Bpvi-VB: Bruxelles 'ferma' su posizioni, domani vertice al Tesoro

Bruxelles resta ferma sulle sue posizioni: serve un miliardo di euro di capitale privato da iniettare nelle due banche venete, Bpvi e Veneto banca. Altrimenti, non ci sarà il via libera della Commissione europea alla ricapitalizzazione precauzionale. E' questo, si apprende da fonti qualificate, l'esito dell'incontro-fiume che si è svolto oggi nella sede della Dg Comp con i vertici delle banche e i tecnici del Tesoro. Domani mattina, si apprende sempre, ci sarà un vertice straordinario al Mef dove sono attesi a colloquio con il ministro Pier Carlo Padoan presidenti, vice e amministratori delegati delle due banche.

Il fabbisogno di capitale per le due banche, che vogliono proseguire sulla strada della fusione, resterebbe quello indicato dalla Bce, ossia 6,4 miliardi di euro, ma per non rischiare che sia lo Stato a colmare le minusvalenze che ci saranno con la cessioni dei suoi asset deteriorati servirà (di nuovo) l'intervento di istituzioni private, banche o fondazioni, con circa un miliardo di euro. Se non si troveranno le risorse, sarà quasi scontata la risoluzione, di una o di entrambe le banche.

"La partita si è trasformata in una battaglia politica ad altissimi livelli più che in un affare tecnico", fa notare una fonte. Nel determinare il fabbisogno di capitale - uno dei passaggi dell'iter della ricapitalizzazione precauzionale - la Bce ha infatti considerato solvibili le due banche, condizione fondamentale per accedere agli aiuti.

L'esito negativo dell'incontro non apre molte strade: le banche italiane, a giudicare dalle dichiarazioni recenti degli amministratori, non sembrano voler sentire parlare di nuovi interventi a sostegno del sistema finanziario. L'ad di Intesa SanPaolo, Carlo Messina, oggi è stato chiaro, sottolineando che i privati "hanno già perso molti soldi" nel dossier. Il Fondo Atlante, azionista delle due banche venete, avrebbe investito le risorse che gli erano rimaste - si trattava di circa 1,7 miliardi di euro - rientrando nella partita dei crediti deteriorati di Mps.

Ora potrebbe anche farsi strada l'ipotesi che l'Italia prosegua dritta sulla strada della ricapitalizzazione precauzionale di Pop Vicenza e Veneto Banca rischiando la procedura di infrazione da parte dell'Unione europea. Ad auspicarlo oggi in un'intervista sul Mattino di Padova è stato proprio un ex sottosegretario di Stato, Enrico Zanetti.

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