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Banche venete: Resti, allarme Enria? Aggirata intera architettura normativa

06 luglio 2017 | 17.45
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Banche venete: Resti, allarme Enria? Aggirata intera architettura normativa

''L'Italia si compiace di aver trovato una smagliatura tra le regole europee, ma quella smagliatura desta preoccupazione in Europa. Ed è normale che questa vicenda, vista con gli occhi di un autentico uomo di stato europeo qual è Enria, non possa essere totalmente condivisa da chi vigila sul rispetto delle norme''. Non ha dubbi Andrea Resti, consulente del Parlamento europeo per la vigilanza bancaria, nell’esprimere sintonia con il capo dell’Eba Andrea Enria che parla di regole europee violate nella vicenda di Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

'La soluzione trovata per le banche venete –dice all'Adnkronos- aggira un'intera architettura normativa, costruita in sede europea, e ora il rischio è che facendola implodere, svuotandola di significato, si apra la strada a possibili salti nel buio. Quello di Enria è un allarme sincero''.

Secondo Resti la soluzione messa a punto dall'Italia è un esempio di ingegnoso escamotage alla venticinquesima ora. ''Solo all'ultimo -sottolinea- si è riusciti ad acchiappare l'unico coniglio rimasto nel cilindro, ma con il risultato che lo Stato verserà un consistente contributo a Banca Intesa''. E questo perchè ''per mesi -dice- è stata perseguita la strada della ricapitalizzazione precauzionale sulla quale autorità italiane ed europee non si sono capite. Si sono così perdute settimane preziose per poi cambiare strada in maniera repentina e giungere all’epilogo in pochi giorni, selezionando il salvatore con una procedura così rapida che qualcuno potrebbe chiedersi se abbia consentito una vera concorrenza''. Una maggiore concorrenza, peraltro, “avrebbe forse consentito di ridurre gli oneri per lo Stato''.

escamotage ben accolto dai mercati perchè crea precedente, rischio normativa fai da te

Certo l’escamotage trovato dall’Italia ''è stato bene accolto dai mercati perché crea un precedente; per gli investitori vuol dire che esiste un modo di salvare le banche pericolanti evitando il bail-in, dunque il rischio di contagio per gli istituti italiani è ora considerato molto più contenuto'', ma a livello istituzionale ''la preoccupazione è che si svuotino regole approvate dal Parlamento Europeo e che solo lo stesso Parlamento dovrebbe emendare, con il rischio di dare vita a un modello di normativa fai da te legata alle contingenze nazionali''.

Resti rifiuta l’immagine caricaturale di Bruxelles come ''un'insieme di burocrati insensibili e incompetenti che ce l'hanno con l'Italia. Certo: l'Italia visto il suo elevato debito pubblico è una sorvegliata speciale, ma in Europa le regole, pur con qualche incertezza, si cerca di farle rispettare a tutti. Non ha senso dire che gli altri paesi non applicano mai le norme e che le leggi valgono solo per noi: basti pensare alla vicenda del Banco Popular, che la Spagna ha salvato applicando le direttive esistenti''.

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