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Banche: più vicino salvataggio Carismi, Carim e CariCesena

31 luglio 2017 | 16.28
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ESTERNI DELLA BANCA D'ITALIA, BANCA ITALIA  - FOTOGRAMMA
ESTERNI DELLA BANCA D'ITALIA, BANCA ITALIA - FOTOGRAMMA

Più vicino il salvataggio delle tre casse di risparmio CariCesena, Cassa di Rimini e Cassa di risparmio di San Miniato dopo l'interessamento del ministero dell'Economia, che avrebbe preso in mano il dossier insieme agli altri attori in campo, e la decisione di convocare a breve l'assemblea dello Schema volontario del Fondo interbancario, che darà il via libera a un aumento delle risorse in dotazione.

Proseguono dunque le trattative con Credit Agricole Italia, che potrebbe scegliere di prolungare fino a settembre l'esclusiva per studiare un'offerta oppure fare una proposta vincolata all'avverarsi di diverse condizioni. Oggi, infatti, scadono i termini del periodo di esclusiva per ultimare la due diligence sulle tre banche e presentare uno schema di offerta,

Ad ogni modo, l'ombra della liquidazione prospettata dai sindacati bancari nei giorni scorsi sembra scongiurata. "E' stata un'uscita comprensibile ma oggettivamente irresponsabile", ha detto Sido Bonfatti, presidente della Cassa di Rimini, in un'intervista all'Adnkronos. "Parlare di liquidazione coatta - ha aggiunto - avrebbe potuto comportare una 'corsa agli sportelli' drammatica: si possono esprimere preoccupazioni, ma è da irresponsabili evocare prospettive catastrofiche". La situazione delle tre casse è, poi, di "assoluta continuità aziendale", ha sottolineato il presidente.

Per l'operazione che ricalcherà grossomodo quelle per l'acquisto delle quattro banche ponte (CariChieti, Banca Marche, Banca Etruria, CariFe) da parte di Ubi Banca e Bper, nei giorni scorsi, secondo quanto si è appreso, sarebbero mancati all'appello tra i 100 e i 150 milioni di euro. Risorse che sarebbero da destinare sia alla ricapitalizzazione di San Miniato e Rimini, sia a una tranche della cartolarizzazione dei loro crediti deteriorati, intervento che coinvolgerà probabilmente Atlante II e la Sga pubblica.

Venerdì scorso, appunto, il board dello Schema volontario del Fondo interbancario, azionista delle tre casse, ha deciso di convocare l'assemblea a settembre per aumentare le dotazioni del Fondo con una cifra di poco inferiore ai 100 mln.

Chi ha parlato nel weekend con l'ad Maioli l'ha sentito tranquillo e fiducioso che l'operazione possa andare in porto. Una delle problematiche sul tavolo, sempre secondo quanto appreso, riguarderebbe i benefici fiscali delle dta (deferred tax asset), perdite pregresse che possono essere trasformate in crediti di imposta. L'ingresso diretto del Tesoro nella trattativa avrebbe "dissipato le incertezze", spiega una fonte, riguardo a questo capitolo.

Sempre secondo Bonfatti, che non entra nel merito della trattativa ("non la conosco") ci sono due soluzioni: "O una proposta vincolante di Cariparma sottoposta a diverse condizioni; oppure una proposta di prolungamento dell'esclusiva che consenta a Cariparma di non avere dubbi e di acquisire altri elementi di valutazione supplementari che in questo momento non ha".

Due possibilità "ugualmente efficaci" che trovano conforto nella decisione di convocare l'assemblea dello Schema volontario del Fondo interbancario. Assise che dovrebbe dare via libera a un aumento della 'dote' del Fondo. Le tre Casse manterranno il marchio? "Dipenderà dalle analisi di Cariparma. Per Rimini, posso dire che il brand ora non produce discredito ma affidabilità, per lo meno per come abbiamo cercato di gestire la banca dopo il commissariamento".

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