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Pirelli: torna a Piazza Affari, da domani la parola al mercato

03 ottobre 2017 | 19.00
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Pirelli: torna a Piazza Affari, da domani la parola al mercato

Pirelli torna domani a Piazza Affari a quasi due anni di distanza dal delisting del 6 novembre del 2015, avvenuto a valle dell'Opa lanciata da ChemChina sulla Bicocca. Sul mercato finisce il 35% del capitale messo in vendita da Marco Polo Industrial Italia, la holding controllata al 65% dal colosso cinese, al 22,4% dalla Camfin di Tronchetti Provera e al 12,6% da Lti, fondo che fa capo al gruppo russo Rosneft. In questi due anni la società è stata oggetto di un importante riassetto, nell'ambito del quale, tra l'altro, il business è stato separato in due: da una parte l'industrial, che insieme alle attività di pneumatici di ChemChina ha dato vita a Prometeon. Dall'altra il core business rappresentato dai segmenti 'premium' e 'prestige'. Ed è proprio questo che finisce in Borsa.

Intanto il 2 ottobre si è concluso il collocamento delle azioni. A esito dell'Opv, la capitalizzazione, calcolata sulla base del prezzo di offerta, è pari a 6,5 miliardi di euro. Dunque inferiore alla capitalizzazione che Pirelli aveva prima del delisting, apri a 7,4 miliardi di euro. Marco Polo deterrà 650.000.000 azioni corrispondenti al 65% del capitale sociale totale (o, nel caso di esercizio dell'opzione greenshoe, 600.000.000 azioni corrispondenti al 60%).

Nell’ambito dell’offerta di vendita, sono pervenute richieste per 824.268.217 azioni e sono state assegnate 400.000.000 azioni a 33.329 richiedenti, al prezzo 6,50 euro per azione. Nel collocamento istituzionale sono state assegnate 365.000.000 azioni a 205 investitori (di cui 40 qualificati Italia e 165 istituzionali estero). Nell'ambito dell'offerta pubblica sono state assegnate 35.000.000 azioni, pari al 10% dell'offerta, al pubblico indistinto (33.124 richiedenti).

Domani dunque la campanella suonerà nuovamente a Piazza Affari per celebrare il rientro alle contrattazioni. Un analista contattato dall'Adnkronos si attende "un ottimo debutto, cui potrebbe seguire una certa volatilità, tipica del resto di tutte le Ipo". Per Vincenzo Longo, market strategist di Ig, sarebbe stato "utile arrivare ad avere una valorizzazione di Borsa intorno agli 8 miliardi, quindi superiore a quella di un anno e mezzo fa". E questo perché, nel frattempo, "il mondo intorno a noi è cambiato: la Borsa milanese è reduce da un rally importante, tutti i titoli si sono apprezzati e se Pirelli fosse rimasta in Borsa probabilmente avrebbe continuato a scontare un certo effetto positivo, alla stregua degli altri titoli azionari".

"Se le immatricolazioni di auto dovessero rallentare così 'vistosamente in più aree del globo, probabilmente l'incertezza colpirà anche Pirelli" prosegue Longo evidenziando che, certamente, quella che approda di nuovo a Piazza Affari "è una Pirelli diversa, un po' più snella rispetto a quella che ha lasciato la Borsa un anno e mezzo fa. Di partecipazioni non strategiche le è rimasto ben poco. Non c'è ancora una reale intenzione da parte del management di abbandonare Rcs e Mediobanca".

Certamente, nel piano industriale 2017-2020, la Bicocca ha chiarito di puntare a diventare una pure consumer tyre company focalizzata sui prodotti High Value. Il gruppo prevede un margine Ebit adjusted in aumento dal 17% del 2016 a circa 18,5%/19,5% a fine periodo, con un'incidenza dell'Ebit adjusted dell'High Value sul totale in crescita dall’81% dello scorso anno all’85% del 2020.

Il punto è ora capire "cosa riuscirà a strappare sul riposizionamento strategico". "Quello che è stato fatto fino ad ora è stato vendere asset non core e riposizionarsi nel settore premium, di alta gamma, fascia a cui si rivolgono compratori interessanti ma che non rappresentano un bacino di utenti così ampio".

"In definitiva - conclude Longo - credo che alla fine la valutazione che ha dato il mercato, la decisione dell'azienda di ridurre la forchetta di prezzo sulla parte bassa rispetto a quella inizialmente prevista siano in linea con il reale valore di Pirelli in questo momento". Si è trattato, aggiunge un altro analista, "di una scelta correttamente prudenziale, per non lasciare spazio ad una eccessiva speculazione sul titolo nel breve e nel medio periodo".

"Investi in una start up che ha 145 anni' il claim scelto per l'Ipo Pirelli da Tronchetti Provera che ha già annunciato che nel 2020 lascerà l'azienda dopo 30 anni. A monte dell'operazione è stata rivista anche la governance con un nuovo consiglio formato a maggioranza da indipendenti e un nuovo patto parasociale tra Marco Tronchetti Provera e gli azionisti cinesi.

Il nuovo board sarà composto da 14 amministratori di cui 7 indipendenti, ai quali dopo l'Ipo se ne aggiungerà un ottavo, da nominarsi alla prima assemblea di Pirelli successiva alla quotazione da parte delle minoranze. In totale dunque i consiglieri saranno 15.

Gli attuali sono Yang Xingqiang, Bai Xinping, Giorgio Luca Bruno, Ze’ev Goldberg, Laura Cioli, Domenico De Sole, Fan Xiaohua, Marisa Pappalardo, Cristina Scocchia, Tao Haisu, Wei Yintao, Giovanni Tronchetti Provera, figlio di Marco che conserva la carica di vicepresidente esecutivo e Ceo. Infine Ren Xianxin che resta presidente.

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