Il cda del Credito Valtellinese ha approvato il nuovo piano industriale al 2020. Il piano prevede un aumento di capitale per un importo massimo di 700 milioni di euro in opzione agli azionisti. E' inoltre prevista la cessione di non-core asset per un impatto sul Cet1 atteso di 61 milioni di euro. La banca prevede inoltre di ridurre i costi operativi per circa 63 milioni di euro da realizzare integralmente entro il 2019 e la chiusura di ulteriori 88 filiali, con un assetto target della rete operativa di 350 filiali a fine 2018.
Nel piano al 2020 è prevista una pulizia dei crediti deteriorati con ulteriori rettifiche su crediti fino ad un massimo di 772,5 milioni, con l’obiettivo di aumentare "in misura importante" i livelli di copertura e di ridurre significativamente il profilo di rischio del gruppo. Inoltre la banca prevede una nuova operazione per il deconsolidamento di crediti a sofferenza, 'Project Aragorn', dopo aver riclassificato unlikely to pay a sofferenze per 800 milioni, per un controvalore lordo fino a 1,6 miliardi, attraverso una nuova operazione di cartolarizzazione, con emissione di titoli e possibile utilizzo della Gacs. L’operazione potrebbe essere chiusa entro il primo semestre del 2018. La banca dovrebbe poi cedere altri 500 milioni di crediti a sofferenza nel secondo semestre 2018. Creval punta a un coverage ratio delle sofferenze al 74,2% a fine 2018 e al 77,7% a fine 2020 e a una copertura delle npe totale al 50,3% a fine 2018 e al 59,1% a fine 2020.
Sul fronte della semplificazione della struttura societaria, il cda ha deliberato di avviare le attività per l'incorporazione di Credito Siciliano nella capogruppo Credito Valtellinese. E' prevista l'uscita di 400 dipendenti, di cui 170 dovrebbero poter accedere al Fondo di Solidarietà.
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