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Gestori ottimisti, la corsa dell'azionario continuerà anche nel 2018

05 gennaio 2018 | 16.13
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Gestori ottimisti, la corsa dell'azionario continuerà anche nel 2018

I mercati azionari internazionali, dopo la performance del 2017 e lo sprint di inizio anno, continueranno a correre anche nel 2018. In particolare nell'area euro e in Giappone. Rischi geopolitici permettendo, la crescita dell'economia globale è solida, le banche centrali si stanno muovendo con cautela e il comparto obbligazionario offre ancora rendimenti troppo bassi. Aumenterà invece la volatilità e sono possibili correzioni. Correzioni addirittura salutari, secondo alcuni addetti del settore, dopo un 2017 monotono per la sua inarrestabile crescita. In questo contesto anche Piazza Affari, dopo il rialzo del 15,5% del Ftse Mib lo scorso anno, dovrebbe continuare a crescere, con gli investitori non particolarmente preoccupati dalle elezioni politiche del 4 marzo.

"Siamo cautamente ottimisti, soprattutto per il primo semestre dell'anno", spiega all'Adnkronos Luca Tenani, Country Head Italy Asset Management di Schroders. Anche se i mercati azionari esprimono in questo momento valori molto elevati, "siamo in uno scenario di crescita economica ancora positiva: stimiamo che la crescita globale possa attestarsi intorno al 3,3% nel 2018, che rappresenterebbe un anno record dal 2011".

Alessandro Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti Asset Management Sim, sottolinea che "c'è una forte divergenza fra i cicli economici: più maturo negli Stati Uniti, che fanno da locomotiva al sistema, e più arretrato nell'area euro e Giappone, che si stanno muovendo per avere una crescita che potrebbe diventare strutturale". Dal lato del ciclo economico, quindi, "non vediamo rischi, siamo anzi probabilmente all'inizio di un trend molto significativo che dovrebbe allontanare gli scenari di crisi che abbiamo vissuto".

Stefano Andreani, responsabile dell'azionario Italia di Lemanik, esprime però alcuni dubbi. "Vediamo dei rischi sullo scenario di crescita economica al di fuori dall’Eurozona. In particolare, il ciclo economico degli Stati Uniti si trova in fase molto avanzata sia in termini di crescita che per quanto riguarda la politica monetaria" e il sistema privato ha già accumulato un livello di debito "piuttosto elevato". Fattori che, assieme alle valutazioni dell'azionario, potrebbero rendere il mercato vulnerabile di fronte a eventuali sorprese negative. "Molto dipenderà dalla capacità delle aziende americane di generare utili in crescita e dal settore tecnologico nello specifico di confermare le attese ormai particolarmente ottimistiche degli investitori. Non escludiamo che gli utili crescano, ma gli spazi per fare bene sono sempre più stretti", aggiunge Andreani, anche se un lento indebolimento del dollaro "potrebbe aiutare".

Per questo le aree geografiche preferite quest'anno dagli investitori sono Europa, Giappone e mercati emergenti. Per Tenani in Europa le aziende "hanno dato dimostrazione di essere in grado di poter aumentare la produzione senza generare un conseguente aumento dei costi e hanno saputo generare un aumento dell'offerta e dei prezzi senza che questo avesse poi delle ricadute sulla domanda". E anche Andreani si aspetta "un anno positivo" per i mercati azionari dell'area euro. "Crediamo che eventuali correzioni possano essere opportunità di acquisto".

Nonostante il sostegno della Bce, nei prossimi mesi potrebbe verificarsi una correzione sugli indici azionari. Anzi "speriamo di sì", dice Allegri di Ambrosetti Am Sim, perché una correzione del 4-6% "farebbe bene al mercato". Il 2017 è stato caratterizzato da una bassissima volatilità e l'azionario non ha mai subito storni, cosa che "non è sostenibile". Nella prima metà dell'anno, continua, si potrebbe creare "l'occasione fare qualche alleggerimento di carattere tattico e di sfruttare il ribasso per poi fare una rotazione settoriale, cambiando le tematiche e trovando prezzi migliori". Anche per Andreani "eventuali correzioni potrebbero essere opportunità di acquisto".

Nel contesto internazionale ed europeo le prospettive di crescita nel 2018 per Piazza Affari sono buone. E l'attesa per le elezioni del 4 marzo non preoccupa particolarmente gli investitori, anche se saranno possibili fasi di volatilità. Lo scorso anno, sottolinea Andreani di Lemanik, il mercato azionario italiano "ha imboccato una fase rialzista molto netta, innescata da un miglioramento generalizzato dei fondamentali. Riteniamo che questo trend possa durare anche nel 2018". Discorso diverso, secondo Tenani, per il mercato obbligazionario. "Abbiamo già assistito recentemente all'allargamento degli spread sui Btp. Chiaramente l'incertezza politica porta a maggiore volatilità e a un potenziale ulteriore allargamento di questi spread, quindi bisognerà guardare con un po' più di attenzione e di tecnicismo al mercato obbligazionario".

In vista del voto di marzo, spiega invece Andreani, il tema politico "avrà sicuramente una forte risonanza mediatica nell’arco del primo trimestre". E "anche se la legge elettorale rende poco probabile la vittoria di movimenti anti-sistema, potrebbero verificarsi momenti di forte volatilità durante la campagna elettorale e di fronte a difficoltà nella formazione di alleanze di governo dopo il voto". L'ad di Ambrosetti Am Sim sottolinea che "al momento la tematica politica impatta in maniera limitata. Se però l'Italia dovesse trovarsi con risultati elettorali molto sorprendenti e molto antieuropeisti, potrebbero generarsi incertezza e volatilità. Ma c'è una bassissima possibilità di affrontare un percorso anti-euro in maniera pratica". Più preoccupante è il giudizio definitivo che la Commissione europea darà alla Legge di Stabilità 2018 in primavera. Se la manovra "dovesse essere bocciata o modificata in maniera significativa, potrebbero generarsi negativa in più sui mercati", avverte Allegri.

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