Il mercato accoglie con diffidenza e con una nuova tornata di vendite sul mercato azionario e obbligazionario italiano la lettera del Governo alla Commissione europea, che conferma i contestati saldi di bilancio della Manovra 2019. Dopo aver aperto in calo dell'1,6%, il Ftse Mib riduce le perdite e alla fine della seduta si stabilizza a 19.077 punti, chiudendo in ribasso dello 0,78%.
Anche lo spread risente delle nuove tensioni in arrivo, anche se il mantenimento dello status quo, con lo scontro tra Italia e Bruxelles, era ampiamente atteso e prezzato dagli investitori. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi sale a 313 punti base, dopo i 304 della chiusura di ieri, con un rendimento del decennale in crescita al 3,54%.
Tra le Borse europee, fiaccate da Wall Street, le cose non vanno meglio. La Borsa di Londra saluta la prospettiva di un accordo più vicino sulla Brexit con un -0,28%. Parigi cede lo 0,65%, Francoforte lo 0,5%. Il rimbalzo del greggio americano non può nulla al trend ribassista di Wall Street.
Il Nasdaq, dove Apple perde ancora, cede lo 0,6% e il Dow Jones si muove intorno ai 25.203 punti (-0,3%). Nel frattempo, il Wti è in risalita a 56,5 dollari al barile dopo essere sceso in un mese di quasi 15 dollari di valore.
Sulla Borsa di Milano, spicca il tonfo di Mediaset, dopo i conti dei nove mesi, in calo per quanto riguarda utili, margini e ricavi. Il titolo del Biscione cede il 6,88% a 2,47 euro. Ribassi pesanti anche per Tim (-3,16%), l'indomani della sfiducia del cda all'ad Amos Genish, e per Poste (-3,2%).
I titoli bancari sono in calo con il rialzo dello spread: Ubi banca perde il 2,6%, Bper il 3%. Giù anche Unicredit (-1,55), Intesa sp (-1,18%) e Mps (-1,5%). Carige rimbalza dopo il crollo di ieri e segna +5,2%. Creval scende del 4,2%. Sul paniere principale, i maggior rialzi sono di Buzzi Unicem (+2,7%), Moncler (+2%) e Atlantia (+2%).