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Pmi: Confcommercio, si riducono ma donne resistono meglio

09 maggio 2014 | 14.16
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Pmi: Confcommercio, si riducono ma donne resistono meglio

Roma, 9 mag. (Labitalia) - Si assottiglia la base imprenditoriale, ma le donne resistono meglio degli uomini. E' quanto emerge da uno studio di Confcommercio. Dati alla mano, negli ultimi 5 anni, in Italia, il numero complessivo di imprenditori si riduce di oltre 205 mila unità, 4,6%, (-81mila solo al Sud), passando da 4mln 514 mila a 4 mln 308mila del 2013. Ma la componente femminile registra una miglior tenuta rispetto a quella maschile.A fronte infatti della diminuzione di 158 mila imprenditori (-5%), tra le donne le perdite sono state inferiori, sia in termini assoluti (-47 mila imprenditrici tra 2009 e 2013) che relativi (-3,5%). L'effetto combinato delle diverse dinamiche ha determinato una crescita seppur lieve del livello di femminilizzazione della nostra imprenditoria: l'incidenza delle imprenditrici sul totale degli imprenditori è infatti passata dal 29,8% del 2009 al 30,1% del 2013.

Il numero di donne titolari di impresa cala in quasi tutte le province, eccetto Prato, Bergamo, Lecco, Messina, Rimini e Bolzano, le uniche dove invece sono in aumento. Il territorio fa la differenza. Il Sud è l'area con l'emorragia più importante: tra 2009 e 2013 se ne sono persi quasi 81 mila (-5,4%), di cui 23 mila donne (-5,2%) e 57 mila uomini (-5,4%). Al Nord-Est (-5,6% tra 2009 e 2013), è stata la componente maschile ad essere più sacrificata dalla crisi (con un calo del 6,6% contro il 3% delle donne). Al Nord-Ovest invece la tendenza è stata simile alla media del Paese. Tiene il Centro Italia. Nel calo generalizzato del numero di imprenditrici, risulta in controtendenza la quota di quelle straniere che aumenta di oltre 20 mila unità dal 2009; le cinesi risultano le più dinamiche (+45,5%) e Prato, dove quasi un'imprenditrice su tre è straniera, risulta la provincia più internazionalizzata.

Sul fronte giovani, dal rapporto emerge come siano in forte difficoltà le dinamiche legate al ricambio generazionale: calano di oltre il 10% le imprenditrici under 30 e aumentano del 4% quelle over 50. Quanto ai settori, bene terziario femminile si conferma il settore più virtuoso: rimane praticamente invariata la quota di donne imprenditrici dal 2009 ad oggi (-0,3% contro il -10,7% dell'agricoltura e il -9,5% dell'industria) e cresce il suo peso sul totale dell'economia passando dal 66,6% al 69%. Alloggio e ristorazione (140 mila imprese femminili, il 43% della base imprenditoriale) e servizi alla persona (113 mila imprese femminili, il 54,4% del totale) sono i settori in cui si consolida l'iniziativa delle donne imprenditrici che aumentano la loro presenza anche in settori tradizionalmente maschili come le attività immobiliari (+7,2%) e quelle finanziarie e assicurative (+4,3%);

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