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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

14 marzo 2014 | 10.14
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Ci aspettiamo effetti significativi a breve. Perché nell'insieme delle norme decise - dal taglio del cuneo Irpef e Irap al pagamento integrale dei debiti della Pa, gli investimenti sulla scuola, la cura del territorio - pensiamo di aver dato il segnale che l'Italia stia effettivamente svoltando e che le imprese possano decidere un giorno prima di fare un' assunzione". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'intervista a 'L'Unità'.

"Non siamo in grado -continua- di fare valutazioni numeriche anche perché le statistiche per esempio ci dicono che ogni anno ci sono 2,5 milioni di contratti, di avviamenti al lavoro. Ma si tratta di lavoratori che entrano e escono: c'è un gran viaggiare nel nostro mercato del lavoro ma non ci sono molti nuovi posti per i giovani. Per questo ci siamo affidati alla nostra razionalità, alla nostra conoscenza del mercato del lavoro e alle logiche imprenditoriali. E crediamo -conclude- di aver fatto bene".

Unicredit è pronta ad acquistare dalle imprese i crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Lo annuncia, in un'intervista a 'La Repubblica', l'ad della banca Federico Ghizzoni. "Abbiamo un plafond di 10 miliardi -dice- per queste operazioni ma è stato utilizzato poco perché le pubbliche amministrazioni non certificano i loro debiti. Se con le norme annunciate le certificazioni arriveranno non avremo problemi a rilevare quei crediti".

Tra le situazioni più delicate per il sistema industriale indica l'Ilva. "E' una società robusta patrimonialmente -dice- ma comincia ad avere qualche tensione nella liquidità. Bisogna trovare una soluzione in tempi rapidi e far partire il piano di investimenti perché se l'Ilva finisse male i suoi effetti indiretti sul sistema sarebbero assai rilevanti, per l'indotto ma anche per molte imprese italiane che dovrebbero importare l'acciaio con costi superiori anche del 20 per cento".

"Le imprese in Italia muoiono per crediti non riscossi e non per debiti contratti. Mi auguro che il disegno di legge venga approvato in tempi rapidi, ma anche Letta disse che voleva pagare tutti i debiti senza riuscirci". Così il vice presidente della commissione europea, Antonio Tajani, in un'intervista al Mattino sul pagamento dei debiti della pa.

"L'impegno vero di Renzi -continua- deve essere quello di scardinare un potere "mandarino" che pervade l'amministrazione pubblica e impedisce di risolverei problemi. Nel ministero dell' Economia sono stati sempre contrari al pagamento, questa è la verità. Erano contrari alla direttiva Ue e nonostante tutti i premier abbiano affermato che si tratta di una priorità, nessuno è riuscito a fare nulla. A questo punto mi chiedo: perché Renzi non ha deciso di emanare un decreto limitandosi a un disegno di legge? C'è qualcuno -conclude- che vuole ancora perdere tempo?".

"Se si toglie la causale" sui contratti a termine "diventeranno praticamente l'unico rapporto a cui si farà ricorso, sostituendo di fatto il tempo indeterminato". Così, in un'intervista a 'Il Manifesto', l'europarlamentare del Pd e già leader della Cgil, Sergio Cofferati.

Anche, se, ammette "abbassare le tasse alle fasce più deboli e aumentare quelle sulle rendite finanziarie va nella direzione giusta".

"Un aspetto che lascia perplessi in questa 'svolta' di Renzi è che si promettono 80-85 a persone che già lavorano, mentre sarebbe stato più equo ed efficiente spenderli per creare occupazione". Così il sociologo Luciano Gallino, in un'intervista a 'Il Manifesto'.

"E' chiaro -conclude- che 10 miliardi per 10 milioni di persone suona bene e porterà voti".

"Tutti questi soldi non c'erano prima con Letta e non ci sono neppure adesso con Renzi. I risparmi della spending review sono tre miliardi, non sette. E non ci sono neppure le risorse dello 0,4% di differenza al 3% del rapporto deficit-Pil". Così Giuseppe Berta, economista e docente di Storia contemporanea alla Bocconi, in un'intervista a 'Il Resto del Carlino'.

"Diciamo che Renzi -conclude- sta giocando una partita a poker contro avversari non tutti visibili. E sa che si gioca tutto, avendo già detto che ci ha messo la faccia e che non resterà in sella se non mantiene le promesse".

"Dieci miliardi di tagli alle tasse finanziati con tagli alla spesa pubblica improduttiva. Meno tasse con meno spesa è la nostra ricetta, quella liberale". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in un'intervista a 'Libero', sui provvedimenti del governo.

"Il decreto sul lavoro -conclude Alfano- smonta la legge Fornero. Era il nostro obiettivo. Più di questo non potevamo pretendere".

"Il sistema pubblico della previdenza sociale appare relativamente assestato dal punto di vista normativo. Si sono definite due componenti fondamentali per la sua stabilità: l'estensione del metodo contributivo e la (definitiva) relazione fra età di pensionamento e speranza di vita". Così l'ex-ministro del Lavoro, Tiziano Treu, in un'intervista a 'Italia Oggi'.

Per Treu "il visibile nel calo dell'occupazione, nella crescita di lavori precari e con bassi salari e in generale nella stagnazione del pil, mettono a rischio l' equilibrio e la resa dei sistemi che applicano il metodo contributivo, cioè il livello delle pensioni future".

Secondo Treu "un simile rischio non si può evitare con semplici aggiustamenti normativi, in quanto le variabili in questione incidono su tutto il funzionamento del settore, compreso quello delle Casse pensionistiche autonome; e non risparmiano neppure le forme di previdenza complementari. Questo serve a ricordare che non si può far carico alle regole pensionistiche di risolvere problemi che si radicano altrove, neppure ipotizzando radicali cambiamenti di sistema a mio modo di vedere peraltro improbabili".

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