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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

19 maggio 2014 | 09.47
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 19 mag. (Labitalia) - "Matteo Renzi sta perdendo di vista gli obiettivi più importanti. Nelle prime settimane, decine di slides e raffiche di promesse servivano per dare al governo il necessario slancio iniziale. Ma ora quella strategia rischia di dare l' impressione che il governo non sappia identificare le priorità. Occorre concentrarsi, scegliendo pochi provvedimenti chiave e portandoli in porto con una determinazione che invece si sta affievolendo". Così, in un intervento su 'Il Corriere della Sera', gli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi.

Per i due economisti "se l'obiettivo è ridurre le imposte sul lavoro di 20-25 miliardi nei prossimi 5 anni, certo non basta tagliare qualche auto blu e le Province (la cui abolizione è benvenuta, ma nell'immediato produrrà scarsi risparmi). Non vi è nemmeno chiarezza su che cosa il governo intenda chiedere all'Europa. Più flessibilità sul deficit per permettere una riduzione aggressiva delle imposte sul lavoro? E con quali assicurazioni su tagli di spesa graduali, ma incisivi? Senza questi ultimi l'Europa ci dirà giustamente di no".

"Se il governo vuole intervenire e prorogare i termini per il pagamento della prima rata della Tasi, lo può legittimamente fare. È sovrano. Certo non spetta ai Comuni decidere le scadenze per il pagamento dell'Imu e della Tasi. Ma, sia chiaro: alla proroga il governo dovrà accompagnare l'anticipazione delle risorse ai Comuni che altrimenti finirebbero in ginocchio, con un buco di liquidità che impedirebbe loro il pagamento degli stipendi e il finanziamento dei servizi". Piero Fassino, presidente dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani e sindaco di Torino, interviene così sulla vicfenda Tasi, in un'intervista a 'La Repubblica'.

Sostiene che in questa vicenda della Tasi sia stato fatto "molto allarmismo del tutto ingiustificato a danno dei cittadini" perché la legge in vigore regola già tutte le possibili situazioni. Lo slittamento dei termini di pagamento, dunque, non sarebbe indispensabile.

"Fare il compitino e spaccare il secondo all' arrivo in ufficio, essere puntuali e seri: tutto questo serve, ma non basta più. Quello che fa la differenza è la passione. Da dimostrare ogni giorno, fin dal colloquio". A dirlo, in un'intervista a 'La Stampa', è Stefano Moda, 'Candidate management director' di Adecco, specialista nel gestire e guidare i lavoratori che passano per la nota agenzia interinale e vengono 'somministrati' (si dice così) a un' azienda.

"Credo sia uno dei tanti elementi, ma l'aspetto decisivo -conclude- è l'atteggiamento generale. Timbrare il cartellino perfettamente in orario, sia all' entrata che in uscita, non è necessariamente una virtù. Certo, la serietà e la puntualità sono le basi di ogni rapporto di lavoro. Ma bisogna saper dare e dimostrare di più, non essere passivi e meccanici, bensì protagonisti della vita lavorativa".

''Ero stata chiamata con un compito preciso: mettere in sicurezza il patrimonio della Fondazione. Missione compiuta: l'Ente ha saldato i debiti con le banche e gli enti locali, ha un patrimonio liquido di 450 milioni che le permetterà di partecipare alla prossima ricapitalizzazione da 5 miliardi della Banca (in patto di sindacato con Btg Pactual e Fintech) e di diversificare gli investimenti (oggi le azioni di Mps rappresentano solo il 23,5% del patrimonio dell'Ente rispetto all'80,6% di otto mesi fa). E io ho esaurito la funzione per la quale ero stata chiamata. Lascio. Ma penso che la Fondazione oggi abbia la possibilità di proseguire con maggiore consapevolezza nel cammino di 'continuità nella discontinuità' che abbiamo intrapreso''. Il presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, lo spiega in un'intervista a 'La Repubblica'.

Malgrado il tema del lavoro sia oggetto di sempre più debordanti inchini retorici, la disoccupazione resta un problema dei disoccupati. Né potrebbe essere diversamente, considerato che negli ultimi anni le politiche pubbliche si sono concentrate sulla cosiddetta «riforma del mercato del lavoro», che ha moltiplicato forme e normative dei rapporti di lavoro lasciando ovviamente immutata la dimensione della disoccupazione". Così in un intervento su 'L'Unità l'ex leader sindacale Pierre Carniti.

"Così, più diventava chiaro -conclude- che il problema con cui eravamo (e siamo) alle prese è la mancanza didomandadi lavoro, più ci si è accaniti con interventi sul versante dell'offerta".

"Non drammatizzate, l'Italia non è la sola pecora nera della zona euro. Sono le regole europee che stanno creando un gregge di pecore nere". Così l'economista Jean-Paul Fitoussi, in un'intervista a 'Il Giorno-La Nazione-Il Resto del Carlino'.

"Una riduzione dello 0,1% significa poco -continua Fitoussi- non è diverso dal più 0,1% della Francia. Non è scientifico fare previsioni partendo da dati così piccoli. Se è per questo nazioni ritenute tra le più solide dell'area Euro, come l' Olanda, hanno difficoltà anche superiori a quelli dell' Italia. E' un errore -conclude Fitoussi- guardare a un particolare ignorando tutto il quadro il generale".

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