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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

29 maggio 2014 | 10.11
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 29 mag. (Labitalia) - Il Rapporto annuale dell'Istat e lo scenario post-elezioni al centro dei giornali in edicola.

"Non sempre il lavoro consente di uscire dalla povertà e la povertà genera effetti devastanti sul futuro. Oggi in Italia c'è un milione di bambini poveri, cancellare questa insicurezza di sopravvivenza è una questione centrale, perché i bambini poveri di oggi saranno gli esclusi di domani. E' così che un paese scivola, la bassa natalità è solo uno dei tanti effetti. Poi certo servono asili nido e politiche per l'occupazione: con la 'Garanzia giovani' ci stiamo muovendo nella giusta direzione, forse servirebbe anche una 'Garanzia di inclusione'", afferma Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro ed ex presidente dell'Istat, commentando i dati diffusi dall'Istituto, in un'intervista a 'Repubblica'.

Sul Rapporto Istat, il 'Corriere della sera' intervista il demografo Massimo Livi Bacci, docente all'Università di Firenze: "La crisi economica è entrata nel suo settimo anno e colpisce principalmente giovani donne e giovani uomini. Dunque si traduce in meno lavoro, meno reddito, meno prospettive. E' normale che si mettano in atto strategie difensive".

Per Luigi Brugnaro, presidente di Assolavoro, intervistato da Qn, "va superato un paradosso, prima di tutto: la somministrazione di lavoro, unica forma di flessibilità capace di garantire gli stessi diritti, le stesse tutele e la stessa retribuzione dei lavoratori dipendenti, nonché di offrire prestazioni aggiuntive, non rientra al momento tra gli strumenti previsti per l'attuazione del piano, vi rientrano, invece, i tirocini". "Siamo certi che la 'Garanzia giovani' - sottolinea - potrà avere risultati importanti puntando sugli strumenti migliori, proprio come la somministrazione. Tutti devono fare la propria parte per evitare, insisto, che le aspettative dei giovani vadano deluse".

Sullo scenario post-elezioni esprime la voce del governo, in un'intervista all''Unità', Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole. "Noi dobbiamo dare all'Italia - sottolinea - un periodo di stabilità e cambiamento, che consenta al Paese di uscire dagli anni difficili che ha alle spalle. Se penso al Nord, alle terre che conosco di più, questo voto segnala un cambiamento radicale. Nella storica 'questione settentrionale' del centrosinistra si apre un varco inimmaginabile. Non solo nelle grandi città ma direi soprattutto nei piccoli centri di provincia, quelli per noi da sempre più difficili, dove il Pd domenica ha conquistato percentuali sempre sopra il 35%. Ceti produttivi e ceti popolari questa volta hanno creduto in noi, siamo andati oltre i confini del nostro elettorato classico. Per questo dico che il voto di domenica è una opportunità gigantesca".

A rappresentare la voce del ceto produttivo, in un'intervista al 'Messaggero', è Andrea Tomat, imprenditore a capo di Lotto e Stonefly, fino a qualche mese fa alla guida di Confindustria Veneto. "Stavolta però - dice - il voto non è stato di pancia. E' stato di testa, ragionato. In questi anni non abbiamo avuto una rappresentanza politica adeguata alla rilevanza economica e sociale di questa area. Renzi ha coperto questo vuoto. Ma attenzione: il mandato è forte, ma l'iniezione di fiducia potrebbe esaurirsi rapidamente. Bisogna portare a casa subito nuovi risultati, non sedersi sugli allori". E aggiunge: "Se austerity significa controllo della spesa improduttiva, meno sprechi, più efficienza della pubblica amministrazione, meno costi della politica, allora bisogna continuare così. Ma serve anche più ossigeno allo sviluppo, alla crescita. E in questo contesto in Europa l'Italia deve trovare un giusto compromesso tra rigore e crescita, che alla luce del risultato elettorale ora è possibile".

Sul Nord-Est fa un'analisi, anche Stefano Allievi, sociologo all'Università di Padova, intervistato dal 'Manifesto': "Renzi, non a caso, aveva voluto cominciare la sua prima campagna per le primarie proprio nel Nord-Est. Mentre il Pd di queste zone si è sempre presentato come un perdente alla rincorsa, faticosa e impossibile, dell'elettorato altrui, accontentandosi di gestire quel poco di sottopotere che ti consente l'opposizione, con una forte sindrome e frustrazione minoritaria. Renzi ha messo la questione settentrionale, fiscale, di lavoro e d'impresa che qui si esprime al centro del suo messaggio. Non per tatticismo, come certo federalismo parolaio, ma per convinzione".

Sul fronte europeo, interviene, su 'Repubblica', Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze tedesco: "Dobbiamo fare progressi in tre aree. Primo, rafforzare la ripresa economica europea. Secondo, sviluppare le istituzioni europee. Terzo, mantenere attraente il modello europeo in un mondo che non sta fermo ad aspettarci".

A sua volta, in una lettera a 'Repubblica', Lorenzo Bini Smaghi, ex componente del comitato esecutivo della Bce e membro del board della Banca Morgan Stanley, avverte che "sulla necessità di cambiare la politica europea, per dare risposte più concrete ai problemi dei cittadini europei, si dovranno misurare le proposte della nuova Commissione e del Consiglio europeo". "Anche qui si confrontano - spiega - due visioni diverse".

In un'intervista al 'Messaggero', l'ex ministro degli Esteri francese Hubert Védrine lancia una provocazione: "Per alcuni anni eliminiamo il 'commissario all'Allargamento'. Ricominceremo quando le opinioni pubbliche saranno pronte. Bisogna saper ascoltare il messaggio degli euroscettici, che non hanno aspettato la crisi economica per farsi sentire. Ogni referendum nazionale sull'Europa è stato difficile e il livello di astensione alle europee era alto anche quando c'era la crescita. Prendiamo il tempo di convincerli".

Parla della questione carceri, il guardasigilli Andrea Orlando, intervistato dal 'Manifesto': "Penso a un riassetto complessivo e completamente diverso dell'amministrazione penitenziaria, che va innervata anche di figure prevenienti da altri percorsi".

Sulle vicende giudiziarie che hanno riguardato l'Expo, interviene, in un'intervista alla 'Stampa', Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura: "L'intervento tempestivo della Procura era finalizzato a eliminare le mele marce prima che intaccassero anche le altre. In tal senso è da apprezzare la velocità e l'efficacia dell'azione della Procura che consente da un lato il rapido accertamento dei reati e l'interruzione di condotte criminose e dall'altro di far completare i lavori facendo recuperare una buona immagine all'Italia".

E il governo è pronto a varare un decreto "per dare i poteri a Raffaele Cantone", con lo scopo, come spiega il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un colloquio pubblicato da 'Repubblica', di assicurare la correttezza e la legalità sugli appalti per l'Expo 2015. Uno dei punti fermi del provvedimento, sottolinea ancora Renzi, sarà "l'ampliamento delle competenze dell'anticorruzione".

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