cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 10:32
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Enogastronomia: 'Nazionale' chef quarta a Mondiali cucina, contesta giuria

16 luglio 2014 | 16.46
LETTURA: 4 minuti

Prodotti made in Italy non 'capiti'.

Enogastronomia: 'Nazionale' chef quarta a Mondiali cucina, contesta giuria

Hanno tenuto alto l’onore della bandiera, più degli 'azzurri' del calcio. A Stavanger, in Norvegia, nei giorni scorsi, Giovanni Lorusso e Francesco Gotti, della Federazione italiana cuochi, si sono battuti da campioni al 'Global Chef Challenge', organizzato dalla Wacs-World Association of Chefs Societies. I due finalisti dell’Europa del Sud si sono classificati entrambi quarti, nelle loro sezioni, e non sono saliti sul podio. Sembra, soprattutto, per un motivo paradossale: a causa delle eccellenze alimentari italiane, come olio d’oliva, Parmigiano-Reggiano e aceto balsamico, che costituivano il loro 'piatto forte' ma che erano sconosciute ai giudici provenienti da Paesi lontani dalla nostra tradizione culinaria, come Sudafrica, Singapore, Arabia Saudita e Cipro.

Così, il mancato apprezzamento dei nostri sapori veraci, abbinato a un paio di piccole sviste dei due assi della cucina tricolore, ha consegnato il primo posto a 'Nazionali' nordiche, Norvegia per i senior e Danimarca per gli junior.

Ma il team azzurro non ci sta. "Certamente siamo stati penalizzati dagli alimenti-base della cucina mediterranea che non sono stati compresi in un ambiente e da culture gastronomiche così diversi dai nostri", afferma il coach Fabio Tacchella.

"In Norvegia - spiega Tacchella - erano obbligatori ingredienti a noi estranei, tra cui wasabi, carne Kobe e Dimah Tea, mentre quelli italiani erano a nostra discrezione, di sicuro tollerati ma non desiderati. Inoltre, tutti i partecipanti, tranne noi, all’olio d’oliva hanno preferito il burro, che è nel loro Dna culinario e rende meglio nelle preparazioni. Visto il punto a sfavore dei prodotti made in Italy, sarebbe ora di promuoverli in manifestazioni mondiali come questa. Per il 'Global Chef Challenge' del 2016, spero che aziende alimentari italiane entrino in Wacs, tra gli sponsor, in modo che anche i nostri ingredienti siano nel programma e possano essere apprezzati".

E , a proposito degli sponsor, l’altro coach, Fernando Bassi, aggiunge: "Le aziende sostenitrici del concorso provengono da Asia e America, per cui i nostri sfidanti hanno utilizzato prodotti 'particolari', come il 'Parmesan'. In futuro, visto che Dubai vuole entrare nell’organizzazione del Global Chef, potremmo essere costretti a usare in gara ingredienti 'esotici', come il latte di cammella, e a dover eliminare salumi e carne di maiale, proibiti dalla religione musulmana. Forse dovremmo dimenticarci di essere italiani?".

In attesa delle semifinali a Lubiana, nel 2015, per il Sud Europa, gli 'allenatori' e gli aspiranti 'giocatori' azzurri fanno quindi un appello alle nostre istituzioni perché li supportino non solo 'in trasferta', ma anche nel caso del 'campionato di cucina' in Italia. Bassi, poi, lancia una provocazione: "Perché, in occasione di Expo 2015, non organizziamo un concorso a base di soli prodotti italiani e riservato esclusivamente agli chef stranieri? Credo che se ne vedrebbero delle 'belle', ma intanto i nostri alimenti avrebbero una visibilità mondiale".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza