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Turismo: Cescat, in ripresa grazie soprattutto a stranieri

25 luglio 2014 | 14.36
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Si rinuncia solo in casi estremi, si riducono durata e si tagliano i divertimenti. Oltre 8 mln italiani in viaggio prossimo weekend.

Turismo: Cescat, in ripresa grazie soprattutto a stranieri

Primi segni positivi, dopo sei anni, per il turismo italiano grazie soprattutto agli stranieri. A dirlo il Cescat-Centro studi casa ambiente e territorio di Assoedilizia. "Sono in totale 32-33 milioni (22 milioni in agosto) i turisti estivi italiani 2014: una cifra -ricorda- che non si discosta molto da quella del 2013. Alle vacanze si rinuncia solo in casi estremi, si riducono semmai durata, distanze dal luogo di residenza e si tagliano i divertimenti. Le vacanze dureranno: da 1 a 7 giorni per il 64%; da 8 a 14 per il 32%; da 15 a 21 per il 3%; da 22 e oltre 1%. Spenderanno mediamente quasi 800 euro pro-capite".

"Il 48% sceglie il mare, il 14% la montagna (stagione non positiva) e le città d’arte, l’11% i laghi. Il restante 13% si divide tra campagna (agriturismo), crociere, fitness, ecc. si dorme in alloggi privati 42%, albergo 36%, case di proprietà 13% e agriturismo, spa-terme-centri benessere, campeggio 9%", elenca.

"La Puglia conquista la testa della classifica delle mete preferite -sostiene il Cescat- seguita da Sicilia, Emilia Romagna, Toscana e Liguria. Aumenta costantemente l’interesse per le città d’arte minori, la costiera amalfitana, le Cinque Terre, il lago di Garda, il Mezzogiorno e le isole, soprattutto tra i turisti definiti 'repeater', ovvero coloro che sono già stati in Italia, ma ci ritornano per altre vacanze".

"Le città italiane vengono viste all'estero -rileva il Cescat- come il miglior connubio al mondo di arte, di paesaggi e di buona cucina. Il belpaese viene indicato quale prima meta da parte dei turisti stranieri anche se, per motivi vari, si posiziona al quinto posto dopo Francia, Usa, Spagna e Cina nelle presenze effettive. Quest'ultima, in particolare, è diventata il primo Paese per spesa turistica, oltre 100 mld di dollari".

"La presenza dei turisti stranieri -avverte- è in lieve aumento: principalmente tedeschi (saldamente al primo posto con oltre il 22% del totale), seguiti da nordamericani, francesi, britannici, spagnoli. Anche se, in assoluto, si tratta di piccole cifre, consistente incremento percentuale di russi, cinesi, latinoamericani e indiani. Potrebbero essere di più se venissero concessi più visti, pare che soltanto una parte della richiesta venga soddisfatta".

"Quello del turismo è l’unico settore -commenta Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia-Cescat- che può progredire anche in tempi di crisi economica, in cui la produttività stenta a crescere. Ciò in quanto il suo sviluppo non è in alcun modo legato ai limiti di capacità di assorbimento da parte del mercato, come avviene per i beni durevoli, poiché risponde alla insopprimibile naturale tendenza a un continuo miglioramento e accrescimento culturale e di benessere".

"Sicché il turismo sta dimostrando -fa notare- di rappresentare, in questa congiuntura economica, la via di uscita per controbilanciare la stasi di altri settori. Purtroppo, nel nostro Paese assistiamo a un insufficiente utilizzo delle potenzialità di questo comparto economico".

"Scontiamo l’incapacità pubblica, in sede locale e nazionale, di ridurre a sistema -rimarca Colombo Clerici- il ricchissimo asset del patrimonio turistico, nonché gli effetti di una miope politica centrale di promozione nell’ambito internazionale. E l’insipienza dei privati: prezzi alti, servizio spesso non adeguato, assenza di una cultura dell’ospitalità, frammentazione dell’industria turistica (su 35.000 hotel solo poche centinaia appartengono a catene alberghiere di qualche peso)".

"Se l’Italia vuole mantenere e migliorare la propria posizione internazionale in campo turistico, scesa ad iniziare dal 1970 dal primo al quinto posto nella classifica mondiale, occorre -avverte- un deciso cambiamento di strategia, a cominciare da incentivi pubblici, come hanno già fatto i governi di Francia, Spagna, Grecia, Croazia e di altri Paesi. Seguono l’integrazione della politica per il turismo con quelle dei trasporti, dei beni culturali e dell’ambiente: nonché un coordinamento unico che superi la frammentazione di competenze tra Regioni e la miriade di strutture di promozione locale".

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