Una ricerca di Kelly Services rivela il paradosso.
Se una delle costanti del mondo del lavoro, oggi, in seguito alla crisi economica globale, sembra essere il sentimento di 'disaffezione' che provano i dipendenti, magari dopo essere stati colpiti da ristrutturazioni, tagli al personale o licenziamenti, non fa eccezione il settore It. E questo nonostante il legame con il datore di lavoro. Secondo la ricerca Kelly Global Workforce Index (Kgwi), a livello mondo il 42% dei dipendenti del settore It si sente valorizzato sul lavoro, ma con una percentuale decisamente più alta nell’area Apac (Asia Pacifico) pari al 50%, rispetto all'area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), dove si attesta al 37%. Quanto all'Italia, si registra la percentuale più bassa di tutto il campione: solo il 20% degli intervistati infatti si dichiara 'valorizzato' e 'molto valorizzato'.
Il Kelly Global Workforce Index (Kgwi) è un’indagine annuale sulle opinioni in materia di lavoro e luogo di lavoro, che raccoglie le risposte di più di 230.000 persone di 31 Paesi, di cui circa 4.000 in Italia, e mostra gli effetti dei diversi fattori che impattano sul mondo del lavoro attuale, tra cui le differenze geografiche e la responsabilizzazione dei dipendenti, con un particolare focus sui tre gruppi generazionali principali: Y (19-30 anni), X (31-48 anni) e baby boomer (49-66 anni).
Ma come si riflette questa percezione sul livello di 'engagement' del dipendente? Globalmente, meno di un terzo (32%) degli occupati del settore si dichiara 'totalmente legato' al proprio datore di lavoro attuale. Il livello di engagement nell’Apac (30%) è leggermente più alto rispetto all'area Emea (27%). Analizzando i diversi Paesi in Emea e Apac, i livelli di engagement più alti si registrano in Norvegia (52%), India (43%), Italia, a sorpresa, e Indonesia (entrambe al 39%), seguite dalla Russia (37%). I più bassi, invece, in Ungheria (12%) e Singapore (20%).
Dalla survey, inoltre, emerge che i social media sono diventati uno strumento importante e irrinunciabile per i dipendenti It, quando si tratta di prendere decisioni importanti che riguardano la carriera. Circa un terzo (35%) degli intervistati di tutto il mondo si affida ai social media per prendere decisioni che riguardano lavoro e carriera. L’Apac è ben al di sopra della media mondiale, col 56%, mentre Emea è leggermente al di sotto, al 32%. Gli utenti più accaniti dei social media per prendere decisioni che riguardano lavoro e carriera si trovano in Cina (69%), India (64%), Malesia (56%), Indonesia (54%) e Singapore (52%). Nell'area Emea, invece, il maggior numero di utenti si trova in Polonia (49%), Ungheria e Svizzera (entrambe al 41%). L’Italia, insieme alla Germania, è allineata con la media globale. (segue)
La diffusione dei social media si riflette anche nel recruitment. Globalmente, più di un terzo dei dipendenti It (40%) si dichiara oggi più incline a cercare lavoro tramite i social media piuttosto che attraverso strumenti tradizionali come le inserzioni su stampa, i siti specializzati o le società di selezione.
L’Apac (54%) è ben al di sopra della media mondiale per quanto riguarda l’utilizzo dei social media per la ricerca di lavoro. Supera nettamente anche l'areaEmea (40%). L’Italia, insieme alla maggior parte dei paesi europei, si colloca ben al di sotto della media mondiale ed Emea. In alcune delle economie in rapida espansione dell’Apac, i social media rivestono un ruolo fondamentale, in particolare in Indonesia (64%), Malesia (61%), India (60%) e Singapore (59%).