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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

04 agosto 2014 | 09.47
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Intervista del premier Matteo Renzi a 'La Repubblica':"La Troika non arriverà e se mai ci fosse bisogno di una manovra, non imporremo nuove tasse", dice.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"È vero, la ripresa è debole. Ma non siamo messi male e il prossimo non sarà un autunno caldo. La Troika non arriverà e se mai ci fosse bisogno di una manovra, non imporremo nuove tasse. E comunque rimarremo sotto il 3% nel rapporto deficit/pil". Lo afferma, in una intervista a 'La Repubblica', il premier Matteo Renzi. "So bene -aggiunge Renzi- che la ripresa è fragile, come dice Draghi. L'eurozona cresce meno degli altri. L'Italia non ha invertito la marcia e non la invertirà con la bacchetta magica. Ma la narrazione degli autunni caldi è un noioso deja vu". Definire le cifre del 2015 "è prematuro", sottolinea il premier che tuttavia esclude una manovra correttiva: "abbiamo un impegno di ridurre le spese di 16 miliardi, che vuol dire di circa il 2% della spesa. Cercheremo di mantenerlo. In ogni caso non toccheremo le tasse: tutti i denari che servono verranno dalla riduzione della spesa. Ecco perché non mi interessa il nome del commissario alla spending, ma la sottolineatura che la spending è scelta politica, non tecnica, che dipende dalla politica".

L'ipotesi di rottamazione dei test di ammissione a Medicina, avanzata dal ministro Giannini, non piace ai rettori. Gli aspiranti camici bianchi che hanno tentato la sorte nell'ultimo test di aprile erano 65 mila per poco più di 10 mila posti. L'aula più grande dell'università Bicocca di Milano può contenere al massimo 150 studenti e quest'anno ai test se ne sono presentati 1.400. "Che il sistema dei quiz vada migliorato lo pensiamo un po' tutti - dice Cristina Messa, rettrice della Bicocca al 'Corriere della Sera' -. Ma la soluzione non è eliminarli. Semmai bisognerebbe puntare molto di più sull' elemento attitudinale, che è fondamentale nella nostra professione". Dello stesso parere è Roberto Lagalla, rettore dell'università di Palermo e vice presidente della Conferenza dei rettori con delega alla Medicina. "La selezione preliminare tramite i test va mantenuta - dice Lagalla -. Il punto è che dovrebbero essere molto più coerenti con i saperi liceali".

"Caro direttore, -scrive al 'Corriere della Sera' Stefano Fassina- la parabola di Carlo Cottarelli, professionista di prima qualità, forse è utile a ridefinire i rapporti tra politica e economia. La prima causa della parabola-Cottarelli è la narrazione ideologica sulla spesa pubblica, purtroppo condivisa anche da larghi settori di una sinistra culturalmente subalterna: la spesa pubblica italiana è abnorme. No, è vero il contrario: la spesa primaria corrente italiana (spesa totale meno spesa per interessi e investimenti) è tra le più basse dell'eurozona in rapporto al Prodotto interno lordo (Pil)". La seconda causa della parabola-Cottarelli aggiunge è quella di considerare "Cottarelli come un medico". "Tale visione dell' economia come scienza naturale segna da decenni il discorso pubblico al punto che viene intesa come l'unica possibile. Non è così". "L'economia, invece, è politica" e "pertanto, la guida della spending review deve essere politica, non indipendente".

"La tassazione sulla casa è un gran pasticcio e saldare Imu e Tasi sarebbe un bene. Come pure tornare allo spirito originario dell' imposta sui servizi". Paolo Buzzetti presidente dell'Ance commenta con favore con 'Il Messaggero' le indiscrezioni sui propositi del governo sul tema controverso del prelievo immobiliare. Anche se sottolinea che "il problema di fondo resta una tassazione ingiusta e fuori controllo". L'accorpamento di Tasi e Imu "ovviamente si tratterebbe di una forte semplificazione del sistema. Anche dal punto di vista della certezza delle aliquote su cui c' è stata e resta tutt' ora la confusione più totale che ha contribuito a bloccare ancor di più un mercato già in forte difficoltà. Al momento c'è un clima tale per cui non si capisce come, quanto e quando pagare", dice.

"È stato fondamentale intervenire tempestivamente nel 2009 con le misure a sostegno dell' economia Usa, è questo che ci ha permesso di uscire dalla crisi più velocemente". Eric Maskin (nel 2007 insignito del premio Nobel per l'Economia) parla così con 'La Stampa'. Sette anni dopo ha riacquistato un po' di fiducia? "Sono coscienziosamente ottimista. È accaduto qualcosa che ha ricordato la Grande depressione. Allora ci vollero decenni per riprendersi". C' erano anche sistemi ed equilibri diversi."Certo, questa volta sono passati sette anni per ritornare a una crescita abbastanza solida. Non siamo guariti completamente, ma negli Usa ci si muove nella giusta direzione". "In Europa si è esitato. Il Vecchio continente è un posto più disorganizzato e necessita di riforme. Gli Emergenti hanno problemi, ma non insormontabili, hanno patito meno la crisi".

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