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Agricoltura: Coldiretti Calabria, produzione arance buona

25 agosto 2014 | 15.20
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La denuncia dei produttori calabresi con Labitalia: impossibile contrattare con grandi gruppi industriali. E intanto nella piana di Gioia Tauro è attesa l'ondata di lavoratori immigrati e la Cgil chiede di aprire una sede di Frontex sullo Stretto e verifiche su piani prevenzione sanitaria.

Agricoltura: Coldiretti Calabria, produzione arance buona

La produzione delle arance in provincia di Reggio Calabria, in particolare nella piana di Rosarno e Gioia Tauro "per ora si preannuncia buona anche perché in Calabria non abbiamo avuto le 'pazzie' del clima che hanno caratterizzato l'estate in molte altre zone". Lo dice a Labitalia Francesco Cosentini Direttore generale della Coldiretti Calabria che aggiunge: "L'unica cosa è che probabilmente il raccolto delle arance comincerà con un lieve ritardo rispetto agli altri anni, ma per il resto ci aspettiamo un'annata che ci riscatti dalle pesanti perdite subite l'anno scorso (-80% della produzione) in tutta la fascia tirrenica a causa delle ceneri dell'Etna".

I numeri della produzione agrumicola in provincia di Reggio Calabria sono davvero importanti: "Ci sono ben 8.000 ettari coltivati ad agrumi e di questi il 60% sta nella piana di Gioia Tauro e di Rosarno, dove si producono dalle 150 alle 180 mila tonnellate di frutta", dice Cosentini."In tutta la Calabria si produce 1 milione di tonnellate di agrumi l'anno, e agli agrumi lavorano ogni anno 3.000 lavoratori stagionali extracomunitari nella sola piana di Gioia Tauro e 8.000 in tutta la regione", ricorda.

Il vero problema per i produttori, dice ancora Cosentini "sono i prezzi che vengono riconosciuti: dai 3 ai 7 centesimi al kg". Gli acquirenti delle arance calabresi sono all'80% i grandi gruppi industriali, anche multinazionali, che le trasformano in succhi di frutta: "Dalla Coca Cola -spiega Cosentini- a San Benedetto, San Pellegrino e Rauch". "Purtroppo con le arance non si riesce a fare quello che si fa con il pomodoro da industria o col tabacco cioè vendere la produzione in anticipo: qui la proprietà è frazionata e la dimensione media di un'azienda è inferiore a un ettaro", spiega il dirigente della Coldiretti Calabria.

"La nostra battaglia è di restituire dignità a chi lavora in campagna, riportare trasparenza nella filiera dei succhi e redistribuire in maniera equa il valore aggiunto; perché se in un litro di aranciata si trovano si e no 3 centesimi di succo si capiscono gli ingenti guadagni che ci sono dietro a questo meccanismo. E questo va scardinato", conclude.

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