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Previdenza: Casse privatizzate, serve tavolo con il governo

10 settembre 2014 | 17.17
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Forum 'Il futuro delle Casse di previdenza' organizzato dalla Cassa Ragionieri guidata da Luigi Pagliuca.

Previdenza: Casse privatizzate, serve tavolo con il governo

Un tavolo tecnico delle casse privatizzate per affrontare i temi della doppia tassazione, della privatizzazione del sistema, degli investimenti utili per il paese. E' una delle idee emerse nel corso del forum 'Il futuro delle Casse di previdenza' organizzato dalla Cassa Ragionieri guidata da Luigi Pagliuca.

"I giovani professionisti -spiega Alberto Brambilla, docente di Gestione delle forme previdenziali pubbliche e complementari presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano- facciano causa alla Corte di Cassazione, che con la sentenza che rende vana la clausola di salvaguardia contenuta nella legge di Stabilità per il 2014 ha dimostrato ancora una volta come in Italia si guardi la forma e non la sostanza. In questo modo -continua Brambilla- si difendono i privilegi di chi ha pensioni generose a discapito delle future generazioni. Le Casse devono instaurare un tavolo con il governo e affrontare i temi della doppia tassazione, della privatizzazione del sistema, degli investimenti utili per il paese".

Condivide l’idea del tavolo tecnico il presidente Adepp, Andrea Camporese: "Un approfondimento è opportuno, affrontando questioni che riguardano la sostenibilità tecnico-attuariale, l’andamento dell’economia reale e quindi del flusso contributivo, l’andamento demografico, il peso dei diritti acquisiti. Il fine -sottolinea- deve essere quello di trovare un nuovo punto di equilibrio tra tutte queste componenti".

"La questione -spiega Giovanni Geroldi, docente di Economia della previdenza e dei sistemi pensionistici presso l'Università di Piacenza- riguarda l’intera collettività, e andrebbe affrontata tenendo ben in mente questo aspetto. Se gli istituti previdenziali non dovessero riuscire a far fronte a queste pensioni, essi finirebbero in una gestione generale, ossia l’Inps. E il finanziamento di un debito previdenziale può essere fatto per leva fiscale, quindi toccherebbe alla collettività occuparsene".

"I giovani professionisti non devono arrendersi, ma tenere duro in attesa di uno scenario futuro migliore", sottolinea, invece, Massimo Angrisani, ordinario di tecnica attuariale per la previdenza presso l'Università La Sapienza di Roma.

"Occorre passare a una sostenibilità 'logica' - dice - basata sulla preliminare adozione del sistema contributivo e che prevede di dare ai contributi quel tasso di rendimento che la situazione economica consente: è un tasso legato al tasso di rendimento dei patrimoni e alla capacità reddituale della categoria".

Si dice preoccupato per l'aggravarsi del conflitto intergenerazionale Mauro Marè, docente di Scienza delle finanze presso l'Università della Tuscia e presidente Mefop: "Ritengo vi siano dei segnali molto forti e preoccupanti in questo senso".

"L'ultima indagine della Banca d'Italia sulla ricchezza e il risparmio delle famiglie italiane -evidenzia l'esperto- ha messo in rilievo dati impressionanti: i giovani al di sotto dei 35 anni posseggono, rispetto ai precedenti, un reddito molto minore ed hanno una ricchezza netta finanziaria che negli ultimi 25 anni si è ridotta del 50-70%, mentre le persone con più di 50 anni sono diventate, per diversi fattori, più ricche. E' allora necessario uno sforzo di tutti: occorre che il sistema a ripartizione diventi più sostenibile e bisogna aiutare il mercato del lavoro".

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