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Lavoro: Cazzola, delega rischia di essere generica e incompleta

16 settembre 2014 | 15.24
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L'economista ed esperto del mercato del lavoro a Labitalia: 'Bce e osservatori internazionali non saranno convinti di bontà riforma'.

Giuliano Cazzola - (foto Labitalia)
Giuliano Cazzola - (foto Labitalia)

La riforma sul lavoro in discussione al Senato rischia di essere "generica e incompleta" perché non basterà "inserire le sette parole dell'emendamento Ichino sul contratto di inserimento a tutele crescenti per chiarire le cose e non basterà certo a convincere della bontà della riforma Bce, Corte di Giustizia europea, partner e osservatori internazionali". A dichiararlo a Labitalia è G iuliano Cazzola, già deputato Pdl e docente di diritto del lavoro presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi eCampus.

Cazzola ribadisce che "una mediazione tra i favorevoli all'art.18 e i contrari non si può trovare dopo la delega, ma occorre che la posizione di mediazione sia già incapsulata nella norma della delega".

Cazzola va oltre e dice senza mezzi termini che "con la delega sul lavoro, si gioca a fare i furbi, in barba alla Costituzione che nell'art. 76 pone specifiche precise di come deve essere una delega, con "principi e criteri direttivi". Insomma, aggiunge Cazzola, "il premier Renzi-Tambroni ha dichiarato che l’articolo 18 è un totem ideologico e che il suo governo, invece, riscriverà lo statuto dei lavoratori. Che cosa farà quando, articolo dopo articolo, arriverà a quello contrassegnato col numero 18? Lo salterà nella numerazione progressiva come si fa sugli aerei con la poltrona numero 17?".

Per Cazzola, un buon compromesso per uscire dall'empasse 'art 18 sì-art.18 no' potrebbe essere quello di "trovare per il licenziamento disciplinare una soluzione simile a quella introdotta dalla riforma Fornero per il licenziamento di tipo economico: affidare al giudice la possibilità di scegliere se ricorrere all'indennizzo o al reintegro".

E poi occorrerebbe incentivare la conciliazione. "La semplificazione della giustizia civile -ricorda Cazzola- è stata affidata alla mediazione, ma sono state escluse le procedure sul lavoro. E' sbagliato -conclude- occorre invece poter contare anche per la materia lavoro su conciliazione e arbitrato".

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