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Lavoro: insoddisfatti dei colleghi? ci pensa il 'team building'

06 ottobre 2014 | 10.18
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Barbone (BPSec): "Fare squadra è fondamentale in tempi di crisi".

Lavoro: insoddisfatti dei colleghi? ci pensa il 'team building'

Due italiani su tre (68%) si dichiarano insoddisfatti del proprio ambiente lavorativo, denunciando la mancanza di spirito di gruppo e di solidarietà tra i colleghi. Lo rivela un sondaggio realizzato, su un campione di oltre 1.000 corsisti tra i 18 e i 55 anni, da BPSec, che ogni anno forma migliaia di lavoratori consigliando le aziende su come primeggiare in questo difficile momento economico. Ma, in aiuto, soprattutto in tempi di crisi, arriva il 'team building'.

Va ancora più nel dettaglio Daniele Barbone, fondatore della BP Academy: “Fare squadra sul posto di lavoro è fondamentale. In un momento difficile come questo, per primeggiare, un lavoratore, un’azienda, deve mettere cuore e passione in quello che realizza, altrimenti diventiamo macchine in serie".

"Per questo - prosegue Barbone - abbiamo dato vita a un progetto per le imprese, un corso rivolto a gruppi e team aziendali, reti vendite, gruppi sportivi, associazioni di categoria, dal grande impatto emozionale e che farà scoprire ai partecipanti come il lavoro del singolo e del gruppo possano trovare una perfetta sintesi".

Il trend del team building come strumento per sostenere imprese e lavoro è estremamente diffuso in tutto il mondo. Dall’Europa agli Stati Uniti, passando per l’America latina e la Russia, sempre più aziende ricorrono a questi metodi per aumentare la produzione e migliorare la qualità dei propri prodotti/servizi.

Secondo uno studio realizzato dall’Istituto francese Opinion Way, il valore che più manca nel mondo professionale è lo spirito di squadra. Non è un caso, infatti, che si stiano moltiplicando le offerte in questa direzione. Per la maggiore, come conferma l’iniziativa di BPSec, vanno le esperienze a contatto della natura, sportive o estreme dove il lavoratore solidarizza con il compagno per affrontare al meglio le difficoltà.

In Spagna, invece, si preferiscono attività più ludiche, dalle corse con il karting ai concerti e spettacoli, dove la condivisione di un evento in comune rafforza il senso di appartenenza. Sullo sport punta la prima economia del Vecchio Continente, la Germania, che porta i propri dipendenti nei boschi per accendere un falò, tirare con l’arco e gustarsi un buon vin brulé. Persino i freddi russi, fin dai tempi della Guerra Fredda, puntavano su questo aspetto. Il 25% delle aziende russe offre corsi di team building e vacanze presso località esotiche sono le più diffuse.

Oltreoceano, dove sono pionieri anche in questo campo e vige il terrore delle cause civili, le attività di team building rivestono anche un ruolo 'anti-querela'. Secondo David Jacobson, esperto di corporate team building e fondatore di di TrivWorks, innanzitutto, “serve una solida definizione di ciò che si qualifica come team building, ovvero una qualsiasi esperienza positiva condivisa, che rinforza le abilità della squadra".

"Prima di tutto - mette in guardia Jacobson - non dovete esagerare con attività che potrebbero non essere gradite o risultare pericolose. Ciò che è più rilevante è che i dipendenti riconoscano il parallelismo tra l'attività e il posto di lavoro e che vengano correttamente stimolati. Ciascun programma dovrebbe includere una discussione con i partecipanti circa il livello di sfida che si sentono in grado di fronteggiare. Mettersi alla prova infatti è importante. L'apprendimento avviene quando si è al di fuori della propria zona di comfort. L’attività fisica non è strettamente necessaria, anche se il più delle volte risulta la più stimolante".

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