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Servizio civile: quello nazionale aperto anche a stranieri

10 ottobre 2014 | 13.31
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Parere del Consiglio di Stato.

Servizio civile: quello nazionale aperto anche a stranieri

Il Servizio civile nazionale apre le porte anche ai cittadini stranieri, grazie a un parere del Consiglio di Stato che ha bocciato la norma che poneva limiti alla partecipazione al Servizio per i non italiani. "Il Consiglio di Stato -si legge in una nota del ministero del Lavoro- in data 9 ottobre 2014 ha depositato il parere numero 1091 del 2014, richiesto dall'Ufficio legislativo del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, su sollecitazione del dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale in vista dell'adozione di bandi straordinari di Scn, in merito alla possibilità di disapplicare l'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 5 aprile 2002, numero 77, che limita l'accesso al servizio civile ai cittadini italiani, per il contrasto con la normativa comunitaria".

"L'alto consesso -si legge ancora- ha ritenuto, nel citato parere, che la disposizione sopra richiamata 'vada disapplicata in quanto incompatibile con il divieto, sancito dalla normativa europea, per gli Stati membri di prevedere per i cittadini stranieri (siano essi comunitari, extracomunitari lungo soggiornanti o beneficiari di protezione internazionale), anche in ordine alla formazione professionale, un trattamento diverso rispetto a quello stabilito per i cittadini nazionali'".

Il parere espresso dall'organo consultivo è stato accolto con soddisfazione dal sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba. "Grazie alla chiara interpretazione del Consiglio di Stato -sottolinea Bobba- si è fatta luce circa la corretta lettura da dare alla normativa vigente relativa al Servizio civile nazionale in tema di apertura agli stranieri".

"Il dipartimento è già pronto -spiega- ad emanare i prossimi bandi straordinari di Servizio civile nazionale per i volontari da impiegare nei progetti di accompagnamento dei grandi invalidi e dei ciechi civili e la selezione di volontari da impiegare nei progetti autofinanziati dalle regioni, prevedendo la possibilità che anche i cittadini stranieri vi partecipino. Questi ultimi saranno, così, chiamati alla costruzione di una democrazia più partecipata e a vivere in modo più consapevole l'appartenenza alla nostra comunità".

"Dopo questo pronunciamento, che arriva a distanza di qualche giorno dall'ordinanza della Cassazione che ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale -conclude il sottosegretario- auspico che anche il Parlamento, nell'esame della revisione della disciplina del servizio civile universale, valuti attentamente questo importante pronunciamento di due diversi organi giurisdizionali".

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