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L.stabilità: Servidori, sì a bonus se aiuta neomamme a tornare al lavoro

20 ottobre 2014 | 14.17
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La Consigliera nazionale di parità: spero che il bonus sia un incoraggiamento a usufruire di strumenti di conciliazione e flessibilità

Alessandra Servidori - (foto Labitalia)
Alessandra Servidori - (foto Labitalia)

"Aspettiamo con impazienza di conoscere i dettagli di questa opportunità del bonus per le neomamme che il presidente del Consiglio ha annunciato ieri. Quello che posso dire è che mi auguro che non sia una semplice monetizzazione che magari può incoraggiare le donne a non rientrare subito al lavoro dopo la maternità. Spero invece che il bonus sia un incoraggiamento a usufruire di strumenti di conciliazione e flessibilità che favoriscono il rientro al lavoro o l'occupabilità delle mamme che non lavorano". Alessandra Servidori, che guida l'Ufficio nazionale della consigliera di parità (che promuove e controlla l’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e non discriminazione per uomini e donne nel mondo del lavoro), parla con Labitalia del bonus bebè.

"Mi chiedo come verrà distribuito, se questo limite di reddito da 90.000 euro lordi si riferisce al reddito della sola donna o della famiglia, se conterà l'Isee: insomma -aggiunge- dobbiamo ancora conoscere molti dettagli".

Un primo aspetto da affrontare e chiarire, dice Servidori, "è quello relativo alle categorie di lavoratrici interessate, perché se la maternità è un valore sociale -avverte- lo è sia che la donna lavori nel privato sia nel pubblico, sia che si tratti di dipendente, autonoma o parasubordinata".

Servidori porta ad esempio il diritto al congedo parentale "che doveva essere inserito nei contratti del pubblico impiego, ma, poiché la Pa da anni non rinnova gli accordi, non si è discusso neanche di questo".

Servidori insiste su un concetto: "Il bonus dovrebbe offrire non solo soldi ma anche un ventaglio di possibilità sulle quali la donna è libera di scegliere l'opzione più conveniente: potrebbero essere i voucher per la baby sitter o un aiuto per la retta del nido o una convenzione con altri servizi".

E lancia al premier Renzi un messaggio: "La consigliera nazionale di parità c'è e sarà a disposizione con tutta la sua esperienza per aiutare a individuare le migliori forme di attuazione del bonus bebè".

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