Il commento alla legge di stabilità.
"Il provvedimento sul Tfr in busta paga è un elemento importante della strategia complessiva per un rilancio della domanda aggregata e dei consumi. Certo, non mancano le criticità". Così Stefano Patriarca, economista, consulente sulle materie di politica economica e welfare, e collaboratore de lavoce.info.
"Il trattamento di fine rapporto in busta paga -sottolinea Patriarca- costituisce un importante accompagnamento dal lato della domanda dei provvedimenti presi dal governo sul versante dell’offerta: mercato del lavoro, sgravi di tasse e contributi. Le comprensibili osservazioni che il provvedimento ha ricevuto devono confrontarsi con un dato: condizione necessaria per il dispiegarsi di effetti moltiplicativi anticiclici di una riduzione di tassazione sulle imprese, o di regolazione del mercato del lavoro, è un aumento di domanda aggregata e per consumi che inverta le aspettative e quindi gli investimenti, facendo venire un po’ di sete al famoso cavallo che 'non beve' per quanta acqua gli metti davanti".
Secondo Patriarca, "ha solo parzialmente ragione Matteo Renzi quando dice che le imprese non hanno più alibi per le assunzioni: per assumere le imprese devono anche avere interesse nel farlo". "L'esperienza del flop degli sgravi contributivi del governo Letta -avverte- e della deludente Youth Guarantee dimostra che le agevolazioni non generano 'automaticamente' nuove assunzioni. Elementi di grande importanza dell’intervento sul Tfr -sottolinea l'economista- sono la volontarietà dell’operazione, l’assenza completa di costi per le imprese, il rafforzamento della garanzia dello Stato al credito operato dalle banche".