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Artigianato: tra canapa e latte viaggio nella 'stoffa delle artiste'

21 novembre 2014 | 15.56
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A Treviso la mostra promossa da Patchwork Idea.

Artigianato: tra canapa e latte viaggio nella 'stoffa delle artiste'

Non solo quilt, ma anche un percorso culturale alla scoperta dei tessuti ritrovati, più curiosi o d’avanguardia iniziando dalla canapa e dalla fibra di latte (non solo vaccino, ma anche di riso). A proporlo, oggi e domani, è la XIX edizione dell’esposizione promossa da Patchwork Idea, 'La stoffa delle artiste', in corso fino al 7 dicembre nella trecentesca sede museale Ca’ Da Noal a Treviso.

"L’idea di approfondire il tema del tessuto è scaturita dal fatto che essa è la materia prima del quilt, arazzo realizzato con pezzetti di seta o cotone e leggermente imbottito all’interno, nato per recuperare e riutilizzare scampoli avanzati o vecchi ritagli e divenuto, oggi, opera d’arte tessile oggetto di una continua ricerca estetica", spiegano gli organizzatori.

"Nel mondo del patchwork la scelta dei materiali è sempre orientata alla sostenibilità (sono sempre più utilizzati ad esempio il cotone organico e il bambù per l’imbottitura) e, poiché questa è una tendenza sempre più radicata anche nelle scelte dei consumatori, si è voluta aprire una finestra sulle esperienze più interessanti, molte delle quali legate al territorio veneto, che per secoli ha primeggiato nel settore tessile", si sottolinea.

Si inizia oggi pomeriggio con una produzione che fu fiorente nel bellunese, quella della canapa, attraverso l’incontro con Daniela Perco, antropologa e direttrice del Museo etnografico della provincia di Belluno e del Parco Nazionale delle Dolomiti. La canapa come fibra tessile ha un'antica tradizione in Italia, legata all'espandersi delle Repubbliche marinare, che la utilizzavano per corde e vele delle proprie flotte di guerra. La tradizione di utilizzarla per telerie ad uso domestico è molto antica, e le tovaglie di canapa decorate con stampi di rame nei due classici colori ruggine e verde, ad esempio, sono oggetti di artigianato che continuano ad essere prodotti ancora oggi in Romagna.

La canapa è infatti una delle poche piante coltivate sin dall’antichità, sia in Oriente che in Occidente, cresce rapidamente su ogni tipo di terreno fino a 1.500 metri di altitudine ed essendo un diserbante naturale (la sua presenza 'soffoca' le erbe infestanti) non ha praticamente bisogno di concimi né di pesticidi, aggiudicandosi così la palma di coltura 'più ecologica'.

Essa ha una lunga tradizione nel Bellunese, dove veniva utilizzata per realizzare indumenti (camice da notte, fasce per bebé) e prodotti tessili per la casa (canovacci, tovaglie, ecc.). Molto in uso era anche la 'mezzalana', ossia la fibra mista di canapa e lana, per realizzare gli indumenti più esposti all’usura: infatti, la fibra di canapa, più resistente, aveva la funzione di mantenere il capo, mentre la lana con il tempo andava consumandosi. Bellissimi esempi di capi in canapa e mezzalana sono esposti al Museo Etnografico della Provincia di Belluno (Cesiomaggiore, Belluno) e alcuni di essi saranno portati a Ca’ Da Noal in visione dalla direttrice.

Domani, sabato 22 novembre, invece, sarà la volta della fibra di latte (vaccino, intero o scremato, e di riso). Ne parleranno le due giovani fondatrici di Duedilatte (Pisa), Elisa Volpi e Antonella Bellina. Questo tessuto, che oggi appare quasi avveniristico, in realtà ha radici antiche. Il filato di latte nasce in Italia negli anni Trenta grazie all’idea rivoluzionaria dell’ingegnere bresciano Antonio Ferretti, il primo ad ottenere una fibra dalla caseina. Oggi la fibra, naturale ed ecologica, dalle qualità uniche e sofisticate, si ottiene grazie a tecniche di bioingegneria.

La fibra di latte, leggerissima (ha un peso inferiore del 10% rispetto alla seta e del 13% rispetto al poliestere), fa bene alla pelle, anche alla più delicata. Gli amminoacidi del latte che restano all'interno della fibra stessa, si prendono cura della la pelle, nutrendola a idratandola. Il tessuto ottenuto con il filato di latte coccola chi lo indossa perché, oltre ad essere anallergico e traspirante, è leggero e soffice, ha una mano morbidissima e un aspetto luminoso.

Poiché il filato di latte si presta ad essere combinato con altri filati, donando al tessuto ottenuto dal loro mix morbidezza, leggerezza e resistenza, Duedilatte ha unito il filato di latte al cotone organico. L'intreccio di questi due filati assolutamente naturali, realizzati nel pieno rispetto dell’ambiente, ha dato origine al denim di latte: resistente ma leggero, delicato sulla pelle grazie alle sue proprietà idratanti.

Accanto alla fibra di latte, l’azienda toscana lavora la fibra di riso, ha origine dalle proteine e dalla cellulosa del riso e appartiene alla categoria delle fibre naturali ed ecologiche poiché è completamente biodegradabili. La cellulosa in essa contenuta dona al filato e al tessuto estrema morbidezza e flessibilità, rendendolo paragonabile al cachemire. La fibra di riso è attiva perché gli amminoacidi presenti nella sua struttura nutrono la pelle. Il tessuto di riso è morbido, lucido e leggero sulla pelle.

Inoltre, visitando la mostra, sarà possibile ammirare anche gli originali quilt floreali, realizzati abbinando fiori, foglie e rami di consistenza e colori diversi dalla green designer Mariarosa Lucchetta (Guscio Verde - Postioma, Treviso). Non mancherà poi, come ogni anno, accanto alla possibilità di ammirare i lavori delle artiste, l’opportunità di mettersi in gioco, provando a realizzare dei piccoli oggetti con stoffe, ago e filo.

Tutti i giorni per l’intera durata dell’esposizione i visitatori potranno partecipare ai mini corsi condotti dalle socie di Patchwork Idea. Si potranno seguire i corsi Bustina giapponese (giovedì 27 novembre alle 15 o mercoledì 3 dicembre alle 10,30), Albero a balze (martedì 25 novembre o giovedì 4 dicembre alle 15), Angelo country (giovedì 20 novembre alle 15 o mercoledì 26 novembre alle 10,30 oppure martedì 2 dicembre alle 15), e Pochette strip (venerdì 5 dicembre alle 15).

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