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Artigianato: con fibra d'ortica alla riscoperta di antichi tessuti

28 novembre 2014 | 10.18
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Prosegue a Treviso la mostra 'La stoffa delle artiste'.

Artigianato: con fibra d'ortica alla riscoperta di antichi tessuti

E' una fibra molto diffusa in Veneto e in Trentino fino a settanta anni fa e che oggi sta tornando di moda. E' la fibra d'ortica e a recuperarla ha pensato anche l'associazione Patchwork Idea, che promuove la mostra 'La stoffa delle artiste', in corso a Ca’ Da Noal, a Treviso, fino al 7 dicembre. Un percorso in quattro incontri sul tema del tessuto, alla riscoperta di filati dimenticati e oggi tornati in auge: il patchwork, infatti, nacque proprio come necessità di recuperare e dare nuova vita a vecchi tessuti. Dopo aver riscoperto il tessuto di canapa e quello derivato dal latte, ora è la volta della fibra d'ortica.

Così, oggi, al primo piano della trecentesca sede museale, l'appuntamento è con l’artigiana Michela Musitelli di Enego (Vicenza), per approfondire proprietà e curiosità legate a questo materiale. Discendente da un’antica famiglia di artigiane tessitrici della Valle di Fiemme che sull’altopiano di Asiago, a Enego (Vicenza), prosegue la tradizione, ricordando gli insegnamenti della nonna, che filava l’ortica e la ginestra, nutrendo una sana avversione per tutti quei tessuti che non “profumassero di natura”.

Quello di ortica è un tessuto caduto nell’oblio, ma fino a settanta o ottanta anni fa era molto usato in Trentino e in Veneto, anche se realizzarlo è molto impegnativo: da cinque chili di ortica fresca si ottengono appena 20 grammi di filato, che poi viene tinto con i pigmenti tintorei da raccolta spontanea (reseda, robbia tintoria, papavero, verga d’, betulla, noce, ecc.).

Una maglia di ortica è un capo davvero prezioso: per realizzarla, dalla raccolta delle piante al confezionamento, ci si può impiegare anche un anno e mezzo. 'Vestire Biologico', il progetto a cui Musitelli ha dato vita, è stata la prima realtà a presentare il filato di ortica locale, che fino a settanta o ottanta anni fa veniva comunemente impiegato per confezionare abbigliamento in Veneto e Trentino e in tutta Europa. E’ grazie a questa preziosa fibra che durante la Grande guerra venivano tessute le garze per medicare i soldati feriti e al Britsh Museum ed è possibile ammirare dei bellissimi abitini per neonati realizzati in filato di ortica: due esempi che aiutano a capire quanto questa semplice risorsa sia stata importante nella tradizione popolare.

Michela Musitelli racconterà del proprio progetto, 'Vestire Biologico', nato nel 2002 a Vicenza e ora spostatosi a Enego - sull’altopiano di Asiago, tra Veneto e Trentino - in un antico casale, ed è la riuscita sintesi di tradizione e natura. Michela tratta capi d’abbigliamento in cotone biologico, canapa, bambù, soia, seta buretta, lino, ortica e molti altri materiali, convinta che l’approccio biologico non debba essere solo alimentare: ciò che protegge 'fuori' merita uguale attenzione di ciò che ci nutre dentro.

Accanto agli appuntamenti sulla tematica del tessuto, poi, a Ca’ Da Noal proseguono i mini corsi di patchwork: si potranno seguire i workshop Bustina giapponese (mercoledì 3 dicembre, alle 10,30), Albero a balze (giovedì 4 dicembre, alle 15), Angelo country (martedì 2 dicembre, alle 15), e Pochette strip (venerdì 5 dicembre, alle 15).

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