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Amianto: Ona, seimila morti nel 2014 e ancora 40mila siti contaminati

19 gennaio 2015 | 18.26
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Il dato è dell'Osservatorio Nazionale sull'amianto che evidenzia come il problema amianto non possa più essere affrontato solo con misure giudiziarie e previdenziali: è necessaria la bonifica, attraverso progetti di sviluppo territoriali da cui trarre le risorse economiche necessarie, unitamente all'utilizzo della leva fiscale e dei fondi strutturali europei

Amianto: Ona, seimila morti nel 2014 e ancora 40mila siti contaminati

Seimila morti. Tanti ne ha fatti l'amianto in Italia nel 2014, di cui 2000 soltanto in Lombardia tra decessi per mesotelioma, tumore ai polmoni o altre patologie. E' quanto rileva l'Ona, osservatorio nazionale sull'amianto in vista della Conferenza regionale in programma oggi a Palazzo Pirelli a Milano.

"L’Ona ritiene che il problema amianto non possa più essere affrontato solo con misure giudiziarie e previdenziali - afferma l’avvocato Ezio Bonanni - perché non restituiscono la salute e non riportano in vita i deceduti e non impediscono l’insorgere di nuovi casi. L'epidemia in corso è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni, a causa della presenza di amianto in circa 40.000 siti e in un milione di micro-siti, con quaranta milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, di cui solo il 2% è stato trattato". "Così proseguendo - denuncia l'avvocato dell'Ona - vi continueranno ad essere nuovi casi e nuove esposizioni perché ci si può ammalare fino a quarant’anni dopo la prima esposizione. E’ necessaria la bonifica, attraverso progetti di sviluppo territoriali da cui trarre le risorse economiche necessarie, unitamente all'utilizzo della leva fiscale e dei fondi strutturali europei".

Secondo l'Ona non debbono essere trascurati gli aspetti internazionali nella risoluzione del problema "anche perché come dimostrato dall’Associazione, l’Italia ha continuato l’importazione di amianto anche dopo l’entrata in vigore della L. 257/92, che la proibiva. L'Ona porterà questa documentazione all’attenzione dell’Autorità giudiziaria, dopo averla già consegnata alla Commissione Lavoro del Senato il 13 gennaio scorso".

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