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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 gennaio 2015 | 09.40
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Al centro dei giornali in edicola il provvedimento sulle banche popolari e la pronuncia della Consulta sul referendum sulla legge Fornero.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola il provvedimento sulle banche popolari e la pronuncia della Consulta sul referendum sulla legge Fornero.

In un'intervista ad 'Avvenire', Andrea Resti, docente al dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi, membro del comitato che rappresenta banche, consumatori e lavoratori all’interno dell’Autorità bancaria europea, nonché consigliere di una grande banca popolare, avverte: "L’utilizzo di un decreto è un errore madornale. Francamente, è sorprendente che il nostro governo, evitando un normale dibattito parlamentare, decida di privare il sistema bancario di uno dei suoi pilastri, che durante la crisi non si è distinto per difetti particolari. Peraltro in assenza del Presidente della Repubblica".

Sulla pronuncia della Consulta, invece, interviene, su 'QN, l'esperto di previdenza Giuliano Cazzola: "La Consulta ha dichiarato inammissibile il quesito referendario, promosso dalla Lega, abrogativo della riforma delle pensioni del ministro Elsa Fornero. È una decisione coerente con la giurisprudenza consolidata della Corte e rispettosa di quanto disposto dall’articolo 75 della Carta. Tanto più che la riforma previdenziale del 2011 era parte integrante e fondamentale (all’articolo 24) del decreto Salva-Italia: un’operazione finanziaria di ampia portata, grazie alla quale il governo Monti scongiurò la bancarotta del Paese. Quella del quesito leghista è, dunque, una morte annunciata".

A 100 giorni dall'inizio dell'Esposizione universale, Giuseppe Sala, commissario unico e ad di Expo 2015 Spa, dice al 'Giornale': "Sarà la discussione di un grande tema, ma anche una enorme occasione turistica. Per questo parlo di strappo. L’Italia è passata dal primo al quinto posto nelle destinazioni turistiche. Pensare di recuperare il tempo un po’ per volta, in modo lineare, è una illusione. Servono anche gli strappi, le occasioni che ti costringono a cambiare le cose. Vendere il prodotto Italia in Cina è relativamente facile, però poi al cinese per venire in Italia serve un visto, per il visto serve un consolato, e lì cominciano i dolori".

In occasione del World Economic Forum di Davos, in un'intervista al 'Corriere della sera', Daniel Yergin, fondatore di Cambridge Energy Reseach e premio Pulitzer, afferma: "Le compagnie petrolifere sono quelle che hanno risposto immediatamente: tagliano i bilanci, rinviano progetti. I Paesi produttori hanno un problema enorme: il loro bilancio era basato su un prezzo del petrolio di 100 dollari al barile, ora è sotto 50. Per i consumatori alla fine sarà una cosa positiva, perché il ribasso dei prezzi rappresenta un trasferimento di reddito da 1,5-2 trilioni di dollari dai Paesi produttori ai consumatori. Ci vorrà del tempo perché i benefici si trasferiscano all’economia, ma è un bene per l’economia globale".

In un'intervista al 'Sole 24 ore', Robert Kapito, presidente di BlackRock, alla vigilia del meeting della Bce e delle elezioni elleniche, dichiara: "Non vedo perché il quantitative easing europeo non debba avere un effetto positivo sui mercati e sull’economia: ha funzionato negli Stati Uniti, sono sicuro che funzionerà anche in Europa. E non credo che le elezioni in Grecia possano risultare destabilizzanti per i mercati: il dibattito sull’uscita dall’euro del Paese ellenico mi sembra più un gioco politico che un reale pericolo. Noi crediamo ancora nell’Europa e riteniamo tutt’ora attraente il suo mercato azionario. Incluso quello italiano".

In un'intervista alla 'Stampa', Guglielmo Epifani, esponente Pd ed ex leader della Cgil, commenta il passo indietro dal partito di un altro ex segretario generale del sindacato: "È un abbandono doloroso: parliamo di un grande protagonista della vita prima sindacale e poi politica del Paese. Cofferati, sulle primarie in Liguria, ha posto problemi seri che dovevano essere affrontati in maniera diversa, ascoltando le sue denunce".

'Il fatto quotidiano' intervista l'ex presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, che sottolinea: "La scelta di Matteo Renzi di azzerare la vecchia classe dirigente è comprensibile e giusta, tocca ai più giovani cercare la via d'uscita dai problemi enormi che le generazioni precedenti hanno lasciato accumulare senza risolverne nessuno”. E sull'occupazione giovanile aggiunge: "L’unica cosa che si può e si deve fare è liberare le energie per la creazione di nuove iniziative. La tecnologia ha fatto sì che oggi le soglie di accesso alla creazione di un'impresa si sono molto abbassate. Le opportunità ci sono, anche in Italia, bisogna mettere i giovani in condizione di coglierle".

Fa un'analisi dell'utilizzo dei fondi europei, sul 'Mattino', l'economista Gianfranco Viesti: "Il punto non è che le Regioni del Sud non spendono, quanto le molte criticità che emergono nella realizzazione di opere pubbliche in tutto il paese, e particolarmente in Campania, Calabria e Sicilia, connesse sia alla loro dimensione sia alla pluralità di soggetti realizzatori e alle loro capacità. Più approfondite analisi in corso consentiranno sia di precisare meglio questi effetti sia di trarre implicazioni per la politica economica".

Interviene sulla riforma del catasto, in un editoriale sul 'Tempo', Corrado Sforza Fogliani, presidente Confedilizia: "Il percorso per un nuovo catasto dovrà essere attivamente monitorato perché pieno sia il rispetto dei principii stabiliti dalla legge delega. Al proposito, le maggiori organizzazioni nazionali di categoria (Abi, Confindustria, Rete Imprese, Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Ance, Ania, Fiaip) si sono già costituite in Coordinamento interassociativo intorno alla Confedilizia".

Intervistato dal 'Sole 24 ore', Matteo Marzotto traccia un bilancio di un anno come presidente di Fiera Vicenza: "Considero la presidenza di Fiera Vicenza parte integrante del mio percorso professionale: le manifestazioni fieristiche sono un tassello importante di ogni filiera del made in Italy, dalla moda all’alimentare, dall’oreficeria al tessile. E questa società è un esempio di come un ente pubblico possa essere gestito con logiche private, nel senso migliore del termine".

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