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Ict: Confindustria digitale, accelerare trasformazione digitale

30 gennaio 2015 | 18.11
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Catania, riportare il settore in crescita nel 2015.

Ict: Confindustria digitale, accelerare trasformazione digitale

"Spingere sull’accelerazione dei processi di trasformazione digitale in modo da produrre entro l’anno risultati tangibili e far emergere nuove opportunità di crescita. E nel 2015 vi sono tutti i presupposti affinché ciò avvenga". Questo il senso del 'Summit del settore Ict' che si è tenuto oggi a Roma, a cui hanno preso parte oltre duecento rappresentanti di imprese e associazioni del sistema confindustriale. Al centro dell’incontro le potenzialità dell’Ict italiana, che conta 600mila addetti e genera un mercato di oltre 65 miliardi di euro. Nel 2013 la spesa Ict italiana è giunta a rappresentare il 4,8% del Pil, contro una media Ue28 del 6,6%, con la Germania al 6,9%, la Francia al 7,0% e l’Uk al 9,6%. Un gap che si traduce in 25 mld l’anno di mancati investimenti in innovazione digitale rispetto alla media europea.

"La nostra strategia avrà successo -ha spiegato il presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania- se riusciremo a riportare il settore Ict in crescita nel 2015, a raggiungere un rapporto Ict-Pil al 5,5% nel 2017, ad allineare la spesa in innovazione digitale alla media Ue nel 2020, anno in cui dovremmo aver centrato gli obiettivi europei sulla diffusione della banda ultralarga". "Ce la dobbiamo fare, oggi -ha sottolineato- ne esistono i presupposti: i segnali macroeconomici, una crescente sensibilità della leadership, una maggiore focalizzazione sull’esecuzione dei progetti, un clima di positiva collaborazione tra pubblico e privato, in cui spicca l’accelerazione degli investimenti nelle reti di nuova generazione da parte degli operatori di Tlc".

"Ma attenzione -ha avvertito il presidente di Confindustria Digitale- tre sono i nodi da sciogliere: una gestione coerente ed efficiente dei fondi europei disponibili per il periodo 2014-2020, il rispetto dei tempi attuativi e degli obiettivi pianificati per i progetti di digitalizzazione della Pa da ottenere attraverso una governance più forte e coerente e il completamento del quadro normativo". Secondo la stima di Confindustria Digitale, "le risorse utilizzabili ammontano a 18 mld i euro su un arco temporale di sei anni, equamente divisi fra fondi comunitari e nazionali". "Quindi 18 mld di euro in 6 anni -ha precisato Catania- significa, per l’effetto moltiplicatore dell’Ict, dare un contributo al Pil di circa mezzo punto l’anno è fondamentale che queste risorse siano gestite con una programmazione coerente tra Stato e Regioni, senza dispersioni che ne sminuiscano l’impatto. Per questo, la nostra proposta è di creare un 'Fondo Multifondo' trasversale".

Secondo Catania, "il governo si è dato una vera agenda: ora deve rispettarla". "Spid, il sistema pubblico di identità digitale, Anagrafe nazionale delle persone residenti, Patto sulla sanità digitale, Piano nazionale delle comunità intelligenti, iniziative digitali del piano Buona Scuola: tutti questi progetti - ha detto - devono essere avviati quest’anno e il monitoraggio della loro realizzazione deve essere responsabilità diretta della presidenza del Consiglio".

Sul fronte normativo, il presidente di Confindustria Digitale ha chiarito che "non ci sono più alibi: nel 2015 la leadership pubblica e privata deve mettere alla prova le proprie capacità di reazione alle opportunità che abbiamo di fronte, producendo un cambiamento di passo dei processi di trasformazione digitale del Paese".

"Se scavalliamo l’anno senza aver messo in moto questo processo, senza iniziare a vedere dei cambiamenti sul campo, non solo difficilmente riusciremo a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale per il 2020, ma avremo approfondito il gap d’innovazione -ha ribadito- che penalizza il nostro Paese e perso una fondamentale opportunità di crescita".

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