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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

05 febbraio 2015 | 10.06
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La crisi economica al centro delle pagine dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Neanche la deflazione riesce a scalfire l'ottimismo del ministro del Welfare sul fatto che il 2015 sarà l' anno della riscossa occupazionale. Tra entrata in vigore dei primi decreti del Jobs act, incentivi alle assunzioni e ritocchi al programma Garanzia giovani, "nel secondo trimestre ci saranno significativi effetti sul mercato del lavoro" dice convinto, intervistato dal 'Messaggero', Giuliano Poletti.

Su Garanzia Giovani Poletti insiste: "tanto per precisare: io non parlerei di flop o sconfitta. Il nostro programma è stato il secondo, dopo quello della Francia, approvato dalla Ue. Puntavamo a 560.000 iscritti entro fine 2015 e siamo già a 400.000 con una crescita stabile di 7-8.000 al mese".

E annuncia novità: "i due decreti infatti servono a correggere e rimuovere gli ostacoli che abbiamo riscontrato. La novità più importante riguarda la possibilità, finora non consentita, di cumulare il bonus di Garanzia giovani - tra i 1.500 e i 6.000 euro annui - con quello fino a 8.000 euro sui contributi per i nuovi assunti a tempo indeterminato previsto dalla legge di Stabilità. Abbiamo poi inserito tra le tipologie anche l' apprendistato professionalizzante, che era rimasto fuori".

La domanda delle aziende per ottenere finanziamenti a medio termine è in ripresa, ed è "superiore alle aspettative". La buona notizia viene dall' ad di UniCredit, Federico Ghizzoni, in un colloquio con il 'Sole 24 ore'. E si tratta di una domanda "di buona qualità", espressa cioè dalle aziende migliori, "non per finanziare il circolante, ma per gli investimenti". Secondo Ghizzoni, UniCredit ha utilizzato efficacemente i finanziamenti Bce a lungo termine.

"Comincerei col sostituire il Pil con il Pnl, il prodotto nazionale lordo. Lo si utilizzava fino agli anni '90. Il Pil guarda la ricchezza creata dal Paese. Il Pnl il reddito all' interno del Paese. Quando si privatizza, la ricchezza generata può uscire dal Paese. Il Pil sale, ma il Pnl scende. È un punto di partenza importante perché apre una discussione significativa sugli obiettivi di una società". Così, intervistato da 'Avvenire', l'economista premio Nobel Joseph Stiglitz, nemico giurato del Pil.

"Non si può dire che un debito sia impossibile da rimborsare, è più giusto dire, nel caso della Grecia, che i debiti non si possono rimborsare vista la struttura politica dello stato, vista l' inefficacia della sua amministrazione e il suo regime sociale con forti disuguaglianze. Le disuguaglianze non sono state create dalla Troika: la Grecia è da sempre uno dei Paesi più inegualitari dell'Unione". Così, intervistato da 'Il Messaggero', l'economista Agnès Bénassy-Quéré, docente di economia alla Sorbona a presidente del Consiglio di Analisi Economica presso il governo francese.

"Data questa situazione, è senz' altro necessario rivedere il livello del debito, ma è impensabile che avvenga senza concessioni. Ci sarà di sicuro un negoziato, la cui conclusione -conclude- non potrà essere nei termini che propone oggi il governo greco".

Sulle diverse forme di contratto esistenti "vanno ridimensionate soprattutto quelle più precarie. La storia ci dimostra che in questi anni abbiamo battuto tutti i record sul numero di differenti forme di assunzione, eppure la disoccupazione è cresciuta". A dirlo è il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, intervistato da 'Libero'.

Secondo Damiano "la mettiamo che troveremo un compromesso. Ma non possiamo pensare che il Jobs Act vada solo a vantaggio delle imprese".

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