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Retribuzioni: Jp, media 29mila euro ma tra Ad e operai gap di 11 stipendi

16 febbraio 2015 | 13.39
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Il salario netto medio in Italia è di 20.306 euro l'anno, pari a 1.560 euro al mese, secondo il Job Pricing Salary Outlook del 2015. Restano differenze elevate tra Nord e Sud. Il nostro Paese è agli ultimi posti nell'Eurozona per salario netto, a causa dell'elevata pressione fiscale.

Lavoratori precari protestano a Roma (Infophoto).
Lavoratori precari protestano a Roma (Infophoto).

Per raggiungere lo stipendio di un amministratore delegato ad un operaio sono necessari 11,3 stipendi. La retribuzione annua lorda media, nel 2014, in Italia, è stata pari a 28.977 euro, equivalente a circa 20.306 euro netti all’anno in busta paga, pari a 1.560 euro al mese. Ma le differenze tra i diversi ruoli ricoperti nel mercato del lavoro sono ancora molto elevate: se un dirigente guadagna mediamente 107.021 euro lorde e un quadro ne incassa 53.914 euro, un impiegato infatti, scende a 31.122 euro e un operaio si attesta a 23.913 euro.

E' la fotografia scattata dall’Osservatorio di JobPricing nel "Jp Salary Outlook 2015", una panoramica sul mercato delle retribuzioni in Italia realizzato grazie a numerose fonti e a un ampio database, costituito da circa 100mila profili di lavoratori dipendenti di aziende private raccolti nel 2014.

A livello territoriale si conferma ancora una volta il gap tra Nord e Sud seppure mitigato da un costo della vita che nel Mezzogiorno è più basso: se lo stipendio medio di chi lavora al Nord, 30.134 euro, è superiore del 19,8% rispetto allo stipendio medio di chi lavora al Sud e nelle Isole pari a 25.148 euro il costo della vita "salendo nella penisola cresce".

Tra le 5 regioni con lo stipendio medio più elevato figurano 3 regioni a statuto speciale (Valle d’Aosta al primo posto con 31.599 euro, al secondo posto il Trentino Alto Adige e al quinto il Friuli Venezia Giulia), mentre al terzo e al quarto posto figurano le regioni comprendenti le 2 aree metropolitane trainanti nel mercato, ossia la Lombardia (Milano ha una retribuzione media di 31.106 euro) e il Lazio (Roma ha una retribuzione media di 30.279 euro).

Lo stipendio medio inferiore si registra in Calabria (22.555 euro). Considerando i diversi settori, invece, si legge ancora nel Report di Jp, l’Industria e il Commercio presentano livelli retributivi mediamente superiori a quelli delle Società di servizi; tuttavia, spiega, il settore con la retribuzione media più elevata è quello dei servizi finanziari, tra cui banche e assicurazioni, con 41.104 euro medi lordi annui per dipendente mentre nell’edilizia e nell’agricoltura le retribuzioni annuali lorde media sono nella parte bassa della classifica (rispettivamente 25.478 euro e 22.315 euro).

Ma è il generation gap a registrare le differenze più ampie sopratutto tra chi entra e chi esce nel mercato del lavoro: un under 24 a contratto indeterminato percepisce una retribuzione media lorda di 21.357 euro mentre un lavoratore in prossimità della pensione, come un over 65, percepisce 44.155 euro, pari al 107% in più. "In altre parole la Retribuzione annuale lorda media in uscita dal mercato è più che doppia rispetto alla prima retribuzione percepita da un lavoratore".

L’escursione più elevata si registra nei primi anni della carriera lavorativa, dove i neoassunti, inquadrati normalmente come impiegati, tramutano le proprie conoscenze maturate nel percorso di studi in competenze lavorative. A partire dai 45 anni di età l’escursione retributiva è invece determinata soprattutto da upgrade di ruolo e contrattuali.

C'è poi, annota ancora il rapporto, il gender gap che in Italia, a sorpresa, "è più contenuto": le donne guadagnano il 6,7% meno degli uomini a causa dei differenti ruoli che ricoprono nel mercato. Si scopre così che le donne sono meno retribuite a livello complessivo a causa di un’età media inferiore, di un livello di scolarità più basso e conseguentemente un minor accesso a ruoli di maggiore responsabilità e ai più alti livelli organizzativi delle imprese.

Un tema molto sentito dall’opinione pubblica relativamente alle retribuzioni è quello dell’equità interna e del "giusto compenso". Una lettura può essere fornita dal concetto di "multiplo retributivo", indicatore che esprime la distanza tra le retribuzioni del top management aziendale e la retribuzione della base della piramide aziendale.

Per ottenere questo indicatore su scala nazionale JobPricing considera il nono decile della curva retributiva di mercato dell’amministratore delegato, rapportata al primo decile della curva di mercato dei profili con inquadramento di operaio. Il risultato è un indice pari a 11,2, ossia la retribuzione del vertice aziendale è superiore di oltre undici volte la retribuzione dei profili con la Ral (retribuzione annua lorda) più bassa. Considerando la Rga, ossia l’intero pacchetto retributivo, il multiplo cresce di circa 2 punti, arrivando a 13,3.

Se si passa al confronto con l'estero, il quadro è ancora più sconfortante. L'Italia è nona nell'Eurozona per retribuzione media annua lorda, "abbondantemente dietro i nostri principali competitor come Francia e Germania, ma siamo dietro anche all’Irlanda e solo poco più avanti della Spagna, Paesi che hanno subito più di noi gli effetti della grande Recessione in atto dal 2008. La situazione è ancor meno rosea se si guarda allo stipendio netto da lavoro dipendente, dove invece l’Italia si trova agli ultimi posti, a causa del cuneo fiscale e indipendentemente dalla situazione familiare del lavoratore".

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