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Lavoro: Tiraboschi, Agenzia ispezioni priva territori di uffici importanti

19 febbraio 2015 | 13.13
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Il giuslavorista, non è soggetto 'unico': lascia dietro soggetti coinvolti nella vigilanza. 'Un errore decidere per legge se contratti sono buoni o cattivi.

Michele Tiraboschi  - (foto Labitalia)
Michele Tiraboschi - (foto Labitalia)

L'Agenzia 'unica' per le ispezioni sul lavoro, così come disegnata dalla bozza di uno dei decreti attuativi del Jobs act, rischia di non essere così 'unica', perchè esclude soggetti importanti della vigilanza sul lavoro come la Guardia di Finanza, l'Agenzia delle Entrate, l'Arma territoriale dei Carabinieri, le Asl. E "priva inoltre i territori di una presenza preziosa di un interlocutore sul tema del lavoro", cioè gli uffici territoriali del ministero del Lavoro. Lo spiega a Labitalia Michele Tiraboschi, giuslavorista, commentando la proposta dell'Agenzia unica per le ispezioni.

"Stupisce -aggiunge Tiraboschi- che la 'eventualità' riconosciuta dalla legge n. 183/2014 (il cosiddetto Jobs Act, ndr) sia stata colta senza tentare, al contrario, quella che era la scelta prevalente del legislatore delegante e cioè l'attuazione della razionalizzazione e del coordinamento dell’attività ispettiva, rispetto alla quale, peraltro, sarebbe sufficiente dare specifica applicazione a quanto già previsto da tempo nella riforma Biagi dei servizi ispettivi (art. 10 del dlgs. 124/2004)".

"Anche perché -dice Tiraboschi- le ispezioni del lavoro non sono competenza specifica soltanto dei tre organismi che verrebbero accorpati nell'Agenzia: resterebbero fuori la Guardia di Finanza, l'Agenzia delle Entrate e l'Arma territoriale dei Carabinieri che, a partire dal contrasto al lavoro sommerso, svolgono accertamenti anche in questa materia. Senza dire poi delle Asl che mantengono, a Costituzione invariata, la competenza generalista in materia di vigilanza sulla sicurezza sul lavoro".

Insomma, sottolinea Tiraboschi, "il progetto di Agenzia unica potrebbe funzionare - come d'altra parte evidenziato dalla Corte dei Conti a conclusione di una verifica sulle attività ispettive nell’adunanza del 26 settembre 2014 - soltanto se fosse realmente 'unica', quindi, e se potesse dare vita a un soggetto unico interlocutore per lavoratori, imprese, organizzazioni rappresentative e intermediari".

Ma "così non è nel progetto del governo, che priva inoltre i territori di una presenza preziosa di un interlocutore sul tema del lavoro, concentrando in una sola sede regionale le funzioni proprie oggi delle direzioni del lavoro (soprattutto in un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo appare difficile immaginare i lavoratori che per richiedere l'intervento dell'ispettore debbano recarsi in un ufficio dislocato a parecchie decine di chilometri di distanza)", spiega.

Per essere efficiente, osserva Tiraboschi, un soggetto deputato alle ispezioni dovrebbe poter contare su un "più stretto sistema informatizzato di cooperazione e collaborazione, in cui tutti i soggetti della vigilanza siano obbligati ad inserire i dati delle aziende ispezionate e la programmazione di quelle che si vanno ad ispezionare". Così e senza oneri aggiuntivi "e senza privare i territori di una presenza utile e significativa del ministero del Lavoro -conclude Tiraboschi- le imprese avrebbero la certezza di evitare ispezioni ripetute o reiterate e l'amministrazione pubblica ne guadagnerebbe in efficienza".

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