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8 marzo: Donne Anmil, un aiuto per infortunate e mogli invalidi

26 febbraio 2015 | 16.57
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Graziella Nori: "Si ritrovano sole con un dolore impagabile e, a portare avanti una famiglia, con un risarcimento assolutamente iniquo e inadeguato".

8 marzo: Donne Anmil, un aiuto per infortunate e mogli invalidi

"Promuovere iniziative a favore delle donne infortunate sul lavoro, ma anche di quelle mogli che sostengono le famiglie di coloro che rimangono permanentemente invalidi a causa del lavoro e di quelle vedove che, per la mancata sicurezza del posto di lavoro, si ritrovano sole con un dolore impagabile e, a portare avanti una famiglia, con un risarcimento assolutamente iniquo e inadeguato". Questo l'obiettivo del gruppo Donne Anmil per le Politiche femminili, ribadito oggi dalla rappresentante Graziella Nori. "Puntiamo a individuare -precisa- le loro particolari esigenze e aspettative per trovare risposte concrete. Avendo provato sulla nostra pelle tutto questo, da donne che ascoltano le donne, in una dialettica che si rende particolarmente produttiva grazie a quell’empatia che si crea tra persone che hanno condiviso il medesimo dramma, abbiamo portato avanti negli anni, svariate iniziative per contribuire a far crescere l’interesse su questi temi".

"Lo abbiamo fatto attraverso la promozione -ricorda Graziella Nori- di manifestazioni artistiche, concorsi canori, fotografici, o conducendo studi e ricerche aprendo dibattiti scientifici tutte con il medesimo fine: far comprendere le problematiche che quotidianamente devono affrontare le donne che sono state colpite non solo nella fisicità ma anche nella psiche a causa del lavoro ed hanno bisogno di supporti mirati".

"Questo gruppo al quale sono fiera di appartenere -afferma- mi ha aiutata a sentirmi ancora di più una parte dell’associazione e mi ha resa portavoce a livello nazionale di tutte le donne vittime del lavoro". "E' per me motivo di stimolo -precisa- a migliorare la condizione delle donne nel mondo del lavoro, vedere ogni giorno con quanto impegno le lavoratrici difendono la propria professionalità ed i propri diritti affinché diventino patrimonio comune di una cultura nuova a difesa e a sostegno dell’occupazione femminile, in regime di parità di reddito, di opportunità e di sicurezze".

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