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Lombardia: da 2008 -50% imprese e addetti, l'allarme della Fillea

27 febbraio 2015 | 17.26
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Il segretario del sindacato Di Girolamo, situazione peggiorerà con completamento grandi opere. La posizione dell'Ance.

Lombardia: da 2008 -50% imprese e addetti, l'allarme della Fillea

"Dal 2008 la crisi nelle costruzioni in Lombardia ha dimezzato il numero delle imprese e degli addetti. E con il completamento delle grandi opere che dovrebbe esserci nei prossimi mesi la situazione può solo peggiorare perchè verranno a mancare anche queste commesse". E' la 'fotografia' della situazione del settore delle costruzioni in Lombardia che scatta, con Labitalia, il segretario generale della Fillea Cgi Lombardia, Marco Di Girolamo.

Senza le grandi opere, quindi, mancherà anche quel poco di sbocco per il settore che ha dato 'fiato' alle imprese in questi mesi. "A fine aprile -spiega Di Girolamo- chiuderà il cantiere Expo, visto che l'Esposizione universale aprirà il 1° maggio. La Brebemi è finita e per la Tem tutto si completerà entro due mesi, mentre per il lotto B della Pedemontana c'è il problema del finanziamento".

Per il settore, secondo Di Girolamo, "la prospettiva a cui guardare è il post-Expo, a cosa succederà dopo il 30 ottobre 2015 quando verranno smontati i Padiglioni".

Sul post-Expo e su altre strade per lo sviluppo del settore i sindacati si sono già mossi in modo unitario. "Come sindacati abbiamo presentato -spiega Di Girolamo- due proposte alla Regione Lombardia: innanzitutto, sul patrimonio immobiliare invenduto e non vendibile. Di questo patrimonio il 50% non è a norma e quindi noi abbiamo chiesto alla Regione di utilizzare alcune risorse di fondi europei che ci sono per mettere a norma questi immobili e dare allo stesso tempo fiato al settore".

"Allo stesso tempo però -continua il sindacalista- questi immobili dopo essere stati messi a norma devono anche essere venduti e quindi si devono dare delle agevolazioni alle persone per l'acquisto".

Sulle grandi opere Di Girolamo ribadisce che il completamento della "Pedemontana è un obbligo", mentre sul post-Expo "si deve vedere come intervenire sul milione di metri quadri che dopo l'evento è stabilito che per metà andranno in verde, e per l'altra metà in opere, di cui 300.000 ettari per la Città della scienza e i restanti 200mila per il progetto dell'università sulla Città Studi". Altra strada da percorrere per la riprese del settore nella regione, conclude Di Girolamo, "è quella della riqualificazione energetica".

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