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Sindacati su pensioni, sì a flessibilità in uscita

03 marzo 2015 | 15.59
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Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Ugl commentano le parole del presidente dell'Inps, Tito Boeri, ma chiedono di passare dagli annunci ai fatti. L'intervento del ministro Poletti. I commenti di Taddei e Damiano. La posizione di Assofondipensione.

Sindacati su pensioni, sì a flessibilità in uscita

Sì a più flessibilità in uscita nel sistema pensionistico. Rispondono così, anche se con qualche distinguo, i sindacati alle parole del presidente dell'Inps, Tito Boeri, che, in un'intervista al 'Corriere delle sera', ha annunciato una riflessione sul tema. "Per quanto riguarda la flessibilità per l’accesso al pensionamento, per la Uil -dice Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil- la via maestra è quella di prevedere un range tra 62 e 70 anni entro il quale le persone possono scegliere, oppure attraverso la possibilità di combinare età e contributi senza ulteriori penalizzazioni che sono già insite nel sistema contributivo".

E ancora Barbagallo sull'annunciata riforma della governance dell'Istituto: "Al presidente Boeri -spiega- ricordiamo che all’Inps, dal 2008 a oggi, c’è stata una gestione monocratica, l’esatto contrario di una gestione duale e tantomeno di una cogestione". "Le parti sociali hanno proposto nel 2008 e nel 2012 una riforma della governance dell’Istituto basata su un vero sistema duale: un organo di gestione, nominato dal governo, e un Civ, composto da rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, con reali poteri di indirizzo e di controllo, a cominciare dall’approvazione, in via esclusiva, del bilancio dell’ente. I governi, che si sono succeduti in questi anni, sono stati sordi rispetto a questo tema", sottolinea Barbagallo.

Per Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, "la possibilità di andare in pensione prima con un assegno più leggero, dando al sistema un po' di flessibilità, è una proposta che il sindacato, e la Confsal in particolare, ha già fatto. E' una buona idea, vedremo se si realizzerà". "Ognuno -insiste Nigi- dovrebbe poter andare in pensione quando vuole, naturalmente con quanto ha versato". E sulla nuova organizzazione del Civ dell'Istituto, prospettata da Boeri, Nigi dice: "Vedremo che cosa partorirà la montagna, secondo me un topolino...".

E sulla possibilità per i lavoratori privati, e poi anche per i pubblici, annunciata da Boeri, di poter sapere con quanto andranno in pensione Nigi dice: "Anche adesso -conclude- andando in un qualsiasi patronato, in modo gratuito, si possono avere le ricostruzioni di carriera e sapere quanto sarà l'importo della propria pensione".

Da parte sua, la Cgil chiede un tavolo sul tema delle pensioni. "Chiediamo al governo -spiega Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil- di aprire al più presto un tavolo per cambiare radicalmente la legge Fornero: necessario intervenire introducendo meccanismi di flessibilità, ma senza prevedere nuovi tagli agli assegni previdenziali".

Lamonica ricorda la posizione della confederazione di corso d'Italia: "L'esigenza di flessibilità ormai ineludibile, ma deve significare la modifica dei requisiti di accesso e quindi l'abbassamento delle soglie di età in cui è possibile andare in pensione, poiché quelle attualmente previste sono palesemente insostenibili. Non può trattarsi - dice Lamonica - di un ulteriore taglio alla consistenza degli assegni, e quindi di un'operazione pagata interamente dai lavoratori, ma di una riconsiderazione dell'impianto rigido e punitivo della legge, anche alla luce" di quanto sono diversi i lavori "cui questa, invece, si applica in modo uniforme".

Per il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, "le reiterate aperture di disponibilità del governo a intervenire sulle regole di accesso al sistema pensionistico sono importanti, ma arriva un momento in cui devono tradursi in un percorso che renda a tutti evidente la volontà di cambiamento: annunciare di voler risolvere i problemi con questa o quella soluzione, senza prima averli approfonditi rischia di aggravarli, facendone sorgere altri".

E secondo il responsabile nazionale dell'Ufficio previdenza Ugl, Nazzareno Mollicone, "la questione della flessibilità nell'età pensionabile è un tema sempre sostenuto dal sindacato visto che i lavoratori non sono tutti uguali sia per i lavori svolti sia per le condizioni di salute; non ha quindi alcun senso intervenire se non per sanare i disastri causati dalla Legge Fornero, scelta che comunque dovrebbe maturare dopo un confronto con le parti sociali''.

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