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Welfare: Assistenti sociali, rispetto e dignità per garantire più giustizia

17 marzo 2015 | 17.24
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Celebrata la Giornata mondiale del servizio sociale, durante la quale la categoria ha presentato una lettera aperta alle istituzioni.

Welfare: Assistenti sociali, rispetto e dignità per garantire più giustizia

"Rispetto, dignità, diritti e doveri, diversità e uguaglianza sono temi su cui, da sempre, si dibatte. Noi li affrontiamo per creare un contesto nel quale trovi spazio il tema fondamentale della giustizia". Così Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, intervendo oggi alla celebrazione della Giornata mondiale del servizio sociale. "Per noi -fa notare- giustizia è poter garantire, nella diversità delle opinioni, la sicurezza di poterle esprimere, di poter essere diversi, ma di non discriminati o cacciati. Giustizia, per il servizio sociale, è contribuire a fare in modo che gli individui, i gruppi e le famiglie possano essere liberi: da forme nuove e vecchie di schiavitù (dalle dipendenze, dalle povertà materiali e immateriali e dalla violenza), ma anche liberi dal pregiudizio di chi pensa, ad esempio, che ci siano famiglie più famiglie di altre".

"Esercitare la professione di assistente sociale -sottolinea- oggi significa, sempre più spesso, confrontarsi con situazioni ancora lontane dall’essere studiate e men che meno affrontate e risolte, un lavoro di frontiera utile anche a comprendere ciò che sta cambiando". Per Mordeglia, sul tappeto "ci sono questioni sempre nuove così come altre cui sembra difficile dare risposte positive". "Nelle comunità va dato spazio allo sviluppo delle relazioni - spiega - creando spazi di aggregazione e di confronto in modo che alle minoranze che la compongono siano garantiti i diritti ma anche l’equità. Vi è poi il tema della la situazione carceraria con il problema del sovraffollamento e della cronica mancanza di personale e di servizi per accompagnare le persone e le famiglie; così come lo sviluppo di servizi socio-sanitari qualitativamente adeguati in tutto il Paese, la dignità e la sicurezza del lavoro di noi professionisti dell’aiuto".

“La riforma della giustizia -precisa- relativamente ai tribunali per i minorenni e il nuovo Tribunale per la famiglia, il riconoscimento delle coppie omosessuali e di eventuali figli, la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, gli anziani non autosufficienti e il problema del 'Dopo di noi', la tratta e i minori stranieri non accompagnati, la violenza domestica: tutti temi che ci vedono in prima linea". "E tra le questioni che investono gli assistenti sociali -continua Mordeglia- penso a quelle relative ai corridoi umanitari per i richiedenti asilo, la situazione di rom, sinti e camminanti; il diritto alla salute con differenze ancora troppo marcate nel Paese; la disabilità; il riconoscimento delle coppie di fatto e delle famiglie mono genitoriali. In sintesi, un impegno costante volto a garantire giustizia come garanzia di espressione e libertà".

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