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Bankitalia: Fisac Cgil, nuovo sciopero a difesa istituzione e lavoratori

23 marzo 2015 | 09.56
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Si articola su tutto il territorio nazionale.

Bankitalia: Fisac Cgil, nuovo sciopero a difesa istituzione e lavoratori

Oggi, lunedì 23 marzo, i dipendenti della Banca d'Italia incroceranno le braccia “per difendere l'istituzione, per difendere un bene comune al servizio del nostro Paese”. A ricordarlo è il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, nel sottolineare come lo sciopero, che si articola su tutto il territorio nazionale, “segue la protesta dello scorso lunedì quando oltre i due terzi dei lavoratori della Banca d'Italia, addetti allo sole filiali, sono scesi in piazza contro la prevista chiusura delle sedi periferiche, come dai piani del Direttorio guidato dal governatore Ignazio Visco”.

Per Megale, quella unitaria del sindacato “è un'opera di supplenza in questa fase particolare per Bankitalia". "Una supplenza - sottolinea - al mancato agire del vertice della Banca nel disegnare un’organizzazione capace di esercitare con maggiore efficacia ed efficienza le proprie funzioni istituzionali”.

Come sindacato, inoltre, prosegue il dirigente sindacale, “difendiamo unitariamente questi lavoratori e scegliamo di farlo difendendo un'istituzione che dovrà continuare a essere un punto di riferimento fondamentale per l’intero Paese su tutto il territorio nazionale”.

L’articolazione della rete territoriale della Banca d’Italia, ricorda ancora il numero uno della Fisac Cgil, “non può essere rivista ulteriormente: la riforma c’è già stata, fortemente voluta nel 2008 dall’allora governatore Draghi".

"Il sindacato, preso atto della decisione unilateralmente assunta dall’amministrazione, ne ha contrattato le ricadute sul mondo del lavoro. La prospettiva avrebbe dovuto essere, però, quella di un effettivo potenziamento delle filiali rimaste, al contrario il nuovo vertice ne ha deliberatamente provocato un progressivo ridimensionamento operativo, arrivando ora a proporne la chiusura su larga scala”.

Il sindacato rifiuta questa impostazione e chiede di riavviare il confronto per arrivare, conclude Megale, “a un modello flessibile di presenza sul territorio che garantisca la persistenza della Banca d’Italia in ogni contesto attualmente individuato, prevedendo anche un potenziamento di tutte quelle realtà dove lo richiedano le analisi sulla collocazione geografica, sulla dimensione demografica e sulla natura economica del distretto di riferimento”.

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